X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura
TORINO, 27 FEB – “Il Piemonte non accoglierà i rifiuti della Calabria”. Lo annuncia l’assessore regionale all’Ambiente, Roberto Ravello. “Non accettiamo – aggiunge – di essere considerati la discarica d’Italia e di pagare i ritardi delle altre realtà. Un conto sarebbe l’aiuto in caso di emergenza, ma se l’emergenza è patologica vanno prima risolte le cause.”. La posizione del Piemonte è la stessa assunta in passato per i rifiuti di Napoli e del Lazio.(ANSA).
(ANSA) – TORINO, 27 FEB – La regione Calabria ha richiesto a tutte le regioni la disponibilità a ricevere nei propri impianti i rifiuti prodotti in Calabria, per un periodo di almeno 3-4 mesi e per i quantitativi “massimi accettabili”.
“I nostri impianti sono stati realizzati per gestire una tipologia di rifiuto caratterizzata da un’alta percentuale di raccolta differenzia; nel caso della Calabria, si tratta di rifiuto tal quale, pertanto non compatibile con il nostro sistema”, spiega l’assessore Ravello.
Secondo il Rapporto rifiuti urbani 2013 di Ispra, che considera i dati dell’anno 2012, la Calabria ha una percentuale di raccolta differenziata del 13,8%, mentre il Piemonte è al 53,3%. “I dati – prosegue Ravello – descrivono situazioni profondamente diverse. Quindi, confermiamo la posizione che abbiamo assunto in passato sui rifiuti di Napoli e del Lazio. Il Piemonte, quarta regione in Italia per percentuale di raccolta differenziata dopo Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ha ottenuto questo risultato grazie ad anni di investimenti, impegni degli enti locali e sacrifici dei cittadini e non accettiamo – conclude Ravello – di essere considerati la discarica d’Italia e pagare i ritardi di altre realtà”. 

«IL Piemonte non accoglierà i rifiuti della Calabria». Lo annuncia l’assessore regionale all’Ambiente, Roberto Ravello. «Non accettiamo – aggiunge – di essere considerati la discarica d’Italia e di pagare i ritardi delle altre realtà. Un conto sarebbe l’aiuto in caso di emergenza, ma se l’emergenza è patologica vanno prima risolte le cause». La posizione del Piemonte è la stessa assunta in passato per i rifiuti di Napoli e del Lazio.

La Regione Calabria ha richiesto a tutte le regioni la disponibilità a ricevere nei propri impianti i rifiuti prodotti in Calabria, per un periodo di almeno 3-4 mesi e per i quantitativi «massimi accettabili». Ma dal Piemonte è arrivato un secco no: «I nostri impianti sono stati realizzati per gestire una tipologia di rifiuto caratterizzata da un’alta percentuale di raccolta differenzia; nel caso della Calabria, si tratta di rifiuto tal quale, pertanto non compatibile con il nostro sistema», spiega l’assessore Ravello.

E poi aggiunge i dati: secondo il Rapporto rifiuti urbani 2013 di Ispra, che considera i dati dell’anno 2012, la Calabria ha una percentuale di raccolta differenziata del 13,8%, mentre il Piemonte è al 53,3%. «Sono situazioni profondamente diverse – commenta l’assessore -. Quindi, confermiamo la posizione che abbiamo assunto in passato sui rifiuti di Napoli e del Lazio. Il Piemonte, quarta regione in Italia per percentuale di raccolta differenziata dopo Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ha ottenuto questo risultato grazie ad anni di investimenti, impegni degli enti locali e sacrifici dei cittadini e non accettiamo – conclude Ravello – di essere considerati la discarica d’Italia e pagare i ritardi di altre realtà». 

Duro anche il governatore Cota: «Facciano anche altri – aggiunge Cota – quello che i piemontesi hanno fatto in questi anni con impegno e sacrificio, portando la nostra regione a significativi livelli di raccolta differenziata. L’obbiettivo di tutti i territori deve essere l’autosufficienza e non certo lo “scarica barile” del trasporto di rifiuti a centinaia di kilometri da dove questi vengono prodotti».

Contro la decisione di Cota si è schierata Legambiente, in una nota a firma di Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente, Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria. «Il no a priori del presidente della Regione Piemonte Roberto Cota ad accogliere i rifiuti calabresi – è scritto –  testimonia un approccio superficiale e non di merito alla questione. In questi giorni la Calabria sta vivendo una vera e propria emergenza di carattere ambientale e sanitario con più di 40 mila tonnellate di rifiuti per le strade, con cumuli che assediano perfino scuole e ospedali. Alcune amministrazioni, per le gravi condizioni igieniche, hanno deciso di sospendere i mercati rionali e nella regione si contano già numerosi roghi di rifiuti. E’ evidente che le responsabilità di questa situazione siano da ricercare in una politica incapace di gestire nel modo corretto i rifiuti e nel fallimento totale dei commissariamenti che in Calabria sono partiti nel 1997. Ma questo non esclude che altre regioni, con una dotazione impiantista in grado di pretrattare il rifiuto prima dello smaltimento, si dimostrino solidali, per un periodo limitato e nei modi più opportuni, al fine di limitare l’emergenza ambientale e sanitaria in corso».

«Come Legambiente – prosegue la nota – ribadiamo, come fatto più volte agli enti locali calabresi, che per risolvere in modo strutturale il problema occorre investire nella raccolta differenziata spinta, sull’impiantistica per il riciclaggio, facendo un lavoro sia sulla quantità che sulla qualità della differenziata, e in politiche volte alla riduzione della produzione dei rifiuti a monte per ridurre al minimo i conferimenti agli impianti di smaltimento finali di cui anche la Calabria dovrà dotarsi. Richiamiamo dunque tutte le istituzioni – concludono – ad un’assunzione di responsabilità e invitiamo il presidente della Regione Piemonte a non farne una questione localistica e da campagna elettorale».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE