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REGGIO CALABRIA – Una patata bollente. Un rebus da dipanare. Il settore dei rifiuti in Calabria è lontano dalla soluzione ai suoi problemi. La discarica di Pianopoli è chiusa. L’azienda sta lavorando per recuperare tutto il percolato e rendere di nuovo fruibile il sito catanzarese, ma ci vorrà almeno una settimana. Intanto, però, le strade delle città calabresi sono invase dai rifiuti che, dai cassonetti stracolmi, finiscono a terra. A Reggio Calabria, Catanzaro e in tante altre realtà cittadine calabresi, la raccolta è al collasso.

SCADUTO BANDO PER IL TRASPORTO ALL’ESTERO – Intanto è scaduto a mezzogiorno di oggi il bando per il trasferimento all’estero dei rifiuti dalla Calabria ed è pervenuta una sola offerta. A darne notizia è il direttore generale del Dipartimento ambiente della Regione, Bruno Gualtieri. Il bando è quello che prevede l’utilizzo della discarica di Bucita, a Rossano, per l’imballaggio e la spedizione in ambito comunitario dei rifiuti attraverso il porto di Corigliano Calabro. La decisione della Regione di fare riferimento all’impianto nel nuovo capitolato d’appalto ha scatenato una serie di proteste nella zona della Sibaritide, culminate nella manifestazione promossa ieri da un comitato di cittadini con la presenza di sindaci e amministratori della zona.A breve si procederà all’assegnazione dell’appalto. 

CATANZARO E MOTTA PER IL TRANSITORIO – In attesa di delineare il futuro, l’assessore all’Ambiente Francesco Pugliano e il presidente Scopelliti stanno cercando delle soluzioni tampone. Potrebbero riaprire le discariche di Scala Coeli e Celico a Cosenza e il Comune di Motta San Giovanni ha avviato l’iter per riaprire la discarica pubblica chiusa da undici anni. «Abbiamo fatto una proposta alla Regione – ha detto il sindaco Paolo Laganà – vorremmo che il nostro sito, dopo la messa in sicurezza, la bonifica e il necessario adeguamento possa essere da supporto al differenziato di Sambatello. Ma ancora oggi non siamo in grado di capire quale piano abbia la Regione sulle discariche». Catanzaro, intanto, ha avviato l’attività di verifica dell’impatto ambientale su una discarica che nel 2000 venne già usata per tamponare la periodica crisi del settore. Per il momento, poi, il primo cittadino di Motta San Giovanni, (piccolo comune del reggino che da tempo ha avviato la raccolta porta a porta), ha chiesto ai propri concittadini di tenere in casa i rifiuti prodotti per tre-quattro giorni. «Ma questa – commenta Paolo Laganà – non è la soluzione al problema».

A Catanzaro, invece, il sindaco Sergio Abramo, per tamponare l’emergenza rifiuti causata dalla chiusura della discarica di Pianopoli, ha disposto, con effetto immediato, un’ordinanza contingibile e urgente per consentire «il deposito temporaneo dei rifiuti provenienti dal territorio comunale e trasportati dagli automezzi della società Aimeri ambiente, presso le vasche di trasferenza e/o altre aree idonee all’interno della struttura dell’impianto di trattamento tecnologico di Alli, predisponendo ogni iniziativa utile, necessaria e più opportuna, affinchè venga garantita in ogni sito individuato all’interno dell’area un elevato livello di tutela della salute e dell’ambiente».

L’IPOTESI DELLA LINEA DURA REGIONALE – La commissione regionale Ambiente lunedì tornerà ad esaminare una proposta presentata da Fausto Orsomarso (Ncd) con la quale, in buona sostanza, si assegnerebbero alla giunta regionale “poteri speciali” nell’individuazione di siti privati sul territorio calabrese dove smaltire i rifiuti. L’obiettivo di Giuseppe Scopelliti e della sua squadra di governo, poi, vuole rendere autonoma l’area nord della regione: quella cosentina per intenderci che, ancora oggi, non ha un sistema strutturato per gestire i propri rifiuti. 

LA SOLUZIONE DELLA DIFFERENZIATA – La differenziata potrebbe essere la soluzione. San Fili o Roccella Jonica ne sono la dimostrazione. Intanto sulla proposta di riaprire Celico e Scala Coeli, anticipata ieri dal Quotidiano della Calabria, interviene l’Idv che, attraverso il segretario regionale Mario Caligiuri, boccia l’idea dell’assessore Pugliano: «Sarebbe una bomba ecologica».  Il segretario regionale di Idv, infine, invita i sindaci e gli amministratori dei comuni presilani, i rappresentanti del Parco Nazionale della Sila, il presidente, la giunta e il consiglio provinciale di Cosenza, le associazioni ambientali, gli operatori turistici e le popolazioni interessate “a mobilitarsi e ad opporsi attivamente a quello che si configurerebbe, senza esagerazioni, come un vero e proprio scempio ambientale e naturalistico”. Il comune di Celico, intanto, ha messo i suoi paletti. Il sindaco Luigi Corrado, dopo aver incontrato il Prefetto di Cosenza con il quale si rivedrà oggi, si è confrontato con la sua giunta ed  ha deciso di dare l’ok all’uso della discarica solo se verranno conferiti i rifiuti di quei comuni della Presila il cui indice di raccolta differenziata superi il 60%.

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