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di PARIDE LEPORACE
Concordo pienamente con l’analisi di Nino D’Agostino scritta ieri sul nostro Quotidiano sull’iniziativa promossa al Giubileo dal segretario regionale del Pd, Roberto Speranza, che ha permesso un salto di qualità al suo partito. Basta alzare lo sguardo nell’osservare il disastro cinese di Napoli, le paradossali primarie di importanti città italiane, la fuga dal partito di autorevoli riformisti, i commissariamenti in Calabria dove Pd è solo un’espressione linguistica per comprendere che nella nostra regione Il Pd lucano riesce ad avere connotati abbastanza chiari e anticorpi vitali nel battere i peggiori virus. In Basilicata il Pd rimane egemone e cerca di sbrogliare la matassa su come pensare il futuro e l’agire dei prossimi anni. La discussione iniziata a Rifreddo è una sorta di incubatore di propositi e prospettive che ci auguriamo possano far trovare una nuova via di sviluppo che riperpetui la tradizione di un rinnovamento dell’agire e del pensare delle classi dirigenti lucane. Il percorso è possibile ma cosparso di ostacoli e pericolosi miraggi. Ne abbiamo trovato prova nella recente approvazione in consiglio regionale del nuovo piano scolastico figlio del preRifreddo. Si è voluto dare spazio ai desiderata dei singoli territori ignorando la volontà programmatrice affidata alle Province che avevano prospettato soluzioni dolorose ma necessarie e congruenti. Se lo stesso criterio passasse nel Piano Sanitario la virtuosa Basilicata sarebbe annientata da una mappa dei nosocomi utile al consenso ma devastante nei conti e nelle funzionalità.
Bene ha fatto il presidente della Provincia, Piero Lacorazza, ad esprimere a chiare lettere il suo dissenso dimostrando che ci sono giovani e validi amministratori che hanno ben presente il cammino controvento della Basilicata. A mio parere non si tratta di una rivolta generazionale dei giovani dirigenti contro i seniores del quartiere generale. La partita di quello che sarà la Basilicata si gioca nelle mosse dei prossimi mesi e divide chi guarda lontano e chi pensa invece a più ristette questioni del proprio cortile.
Il segretario regionale è già al lavoro sulla fase due di Rifreddo. Lo spirito e le analisi del conclave ristretto saranno portate alla base con quattro grandi assemblee che si svolgeranno in luoghi chiave delle prossime scadenze elettorali amministrative. Dalla collina materana a Pisticci o Policoro per il Metapontino, a Lauria e Melfi il Pd si appresta a voler costruire nuove e decisive vittorie nei municipi che devono ulteriormente rafforzare il gracile sistema economico della Basilicata. Mi permetto di sottolineare in tal senso la sfida di Melfi, terza città della Basilicata e sede fisica e simbolica del lavoro e delle questioni legate alla Fiat. Non si può permettere che il Centro di Formazione Sata trovi impaccio nel vuoto amministrativo determinato dai piccoli cacicchi bravi nel denigrare il lavoro dei cronisti con gli stessi termini che i terroristi adoperavano nei confronti della stampa. A Melfi c’è di meglio. Lo abbiamo letto nella buona analisi di Luigi Simonetti che ha invitato ad affontare la questione Fiat non andando a rimorchio dell’agenda globalizzata ma provando a mettere insieme “imprese e lavoratori, territorio e sviluppo” per agganciare lo sviluppo lucano alla testa di ponte di San Nicola. E quel comune afflato segnalato da Pierpaolo Fabbri in un altro appassionato intervento in cui richiama il Pd ad “ascoltare e essere ascoltato, stando fra la gente e non facendo retoriche elaborazioni nel chiuso di una sezione”.
Anche a Melfi l’iniziativa promossa da Speranza se tiene conto di queste democratiche insorgenze può aprire nuove fasi. Come Quotidiano cercheremo di tenere ampio il raggio di conoscenza cercando di offrire ampi spazi ad un dibattito che può riavvicinare molti cittadini ad una buona politica. Ma le questioni non riguardano solo il Pd. La Basilicata è ancora una volta un cantiere dove probabimente lo scenario di un’intesa con moderati del Terzo Polo ha fatto da apripista a coalizioni nazionali in fase di costruzione. Tralasciando l’alchimia stregonesca delle formule, il centrosinistra molto allargato lucano deve guardarsi allo specchio e capire i suoi progetti. Roberto Speranza in vista del primo anniversario della straordinaria vittoria alle regionali di Vito De Filippo pensa ad una grande assemblea generale del centrosinistra dove tutti gli alleati possano tracciare un documentato report di quello che si è fatto e annunciare solennemente ai lucani quello che intende realizzare. L’iniziativa politica è in cammino e appare anche ambiziosa. Ma cè bisogno anche di altro. Il coraggio politico impone di affrontare tare e devianze. Non si faranno passi in avanti se il popolo lucano non sarà rassicurato sul fatto che la buona politica dà giuste possibilità e riconoscimento di merito ad ogni cittadino. A Rifreddo abbiamo ascoltato troppa economia e ha latitato la sociologia . Mi permetto di esprimere qualche concetto sullla subalternità generalizzata della società lucana nei confronti dei locali circuiti politici.Siamo in presenza di una modernizzazione periferica che ha prodotto diritto all’assistenza e uso particolaristico del bene pubblico. In Basilicata per potersi affermare bisogna ancora “porsi sotto la protezione di qualcuno”. Il Pd lucano cambia se i suoi dirigenti concorrono a proteggere tutti e valorizzare i migliori. Sarà banale ma favorire quel “porsi sotto la protezioni di” danneggia e scoraggia padri e figlie, nonne e nipoti. Il senso civico, istituzionale e imprenditoriale della comunità va difeso con semplici concetti che richiedono trasparenza amministrativa (che spesso latita), sana competizione, onesta e autentica solidarietà. Serve molto la capacità della crescita dell’autogoverno. Comunque vada a Roma o a Bruxelles. Ai cardinali di Rifreddo ricordiamo che conta non solo quello che si fa ma soprattutto come si fa. Le vie giuste non potranno mai essere solo della politica. C’è bisogno del contributo delle migliori èlites socili, economiche e culturali che non mancano. Lo sviluppo autonomo e solidale poggia sulle gambe di giovani intelligenti, imprenditori intraprendenti e non assistiti, donne capaci e innovative.Consapevoli che la Basilicata può farcela ma insieme al Sud e all’Italia. Se continuerà a sforzarsi anche di proporre soluzioni originale alle mutazioni istituzionali che si preparano potremo essere tutti orgogliosi di aver fornito un nuovo decisivo contributo al difficile momento che tutti viviamo.

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