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PISTICCI – Sono salite a 28, le ordinanze di sgombero emesse dal sindaco, Vito Di Trani, in seguito ai crolli registrati in alcune case del rione Marco Scerra a Pisticci centro.

In 8 casi i civici interessati corrispondono a residenze. I relativi i nuclei familiari hanno dovuto lasciare le abitazioni e trasferirsi in altre case di proprietà, o farsi ospitare in seguito al provvedimento. Le restanti venti case interessate dall’ordinanza sindacale sono, invece, perlopiù depositi. In attesa di sopralluoghi tecnici più approfonditi, in grado di indagare le cause dei crolli, per ora resta la ricostruzione empirica di quanto accaduto nella notte fra sabato 2 e domenica 3 agosto: si è verificata una forte perdita d’acqua da una conduttura sotterranea che, a partire dal livello più in alto, su via Fanfani, si è fatta largo all’interno di alcune case della sottostantevia Ferrari ed ha trovato poi sfogo in via Di Giulio, posta ancora più a valle. Dal verbale congiunto di Ufficio tecnico comunale e Vigili del fuoco è emerso che gli immobili maggiormente interessati sono ai civici 5 e 6 di via Ferrari. Qui le volte, parzialmente crollate, mettono in serio pericolo gli immobili sovrastanti di via Fanfani ai civici 5 – 9 – 11. Gli stessi immobili presentano il piano di calpestio compromesso. Il locale di via Di Giulio 5, da cui è fuoriuscita l’acqua, non presentava criticità. Altri civici di via Di Giulio (i dispari da 107 a 115) presentano solo umidità diffusa alle pareti posteriori. Lesioni e spanciamenti sono stati individuati ai civici 14 e 15 di via Duilio.

La relazione fa notare come si  tratti di “immobili a schiera senza alcun tipo di giunto, la qual cosa potrebbe aggravare ulteriormente il fenomeno”. L’ordinanza emessa domenica pomeriggio ha dovuto, pertanto, disporre, lo sgombero dei seguenti immobili: via Di Giulio 105, 107, 109, 111, 113, 155; Via Duilio 9, 11, 13, 14, 15, 16; Via Ferrari 1-3-4-5-6-7-8-14-16; Via Fanfani 1-2-3-4-5-9-11. Per far fronte alle prime emergenze, Acquedotto Lucano ha provveduto ad approvvigionare le utenze rimaste prive di acqua nella zona con l’installazione di un punto di prelievo fisso in via Monte Bello.

«L’ufficio tecnico –è inoltre precisato nell’ordinanza- dovrà disporre, con ogni urgenza, le opere provvisionali necessarie per mettere in sicurezza le unità immobiliari dell’area interessata». Ma la sola idea di veder messi in campo interventi provvisori, ovviamente necessari, è motivo di tormento per i cittadini, che temono di veder tramutati questi lavori nell’unico intervento concreto e, praticamente, definitivo nell’area. La rabbia, peraltro, dopo le parole volate domenica mattina fra cittadini e sindaco, è nuovamente esplosa lungo corso Margherita, in alcuni striscioni: «Consolidate subito. Non perdete tempo», è l’invito alle autorità competenti, che hanno già acclarato l’esigenza tecnica di intervenire con delle palificazioni nella parte a valle di quel versante cittadino; “Non oscuro presagio, ma chiara è la realtà”, riporta un altro scritto in relazione all’ormai famoso e premonitore: “Aspettando la frana”. E infine: “La frane è iniziata, non è finita. Com vamma disc”, ovvero in che modo dobbiamo dirvelo, a voler rimarcare l’insistenza di certe richieste maturate ormai da lungo tempo e prive di risposte concrete. Le prospettive, peraltro, non lasciano presagire  nulla di buono. Lungo la discesa di corso Margherita alcuni rivoli sgorgano da un muro a giorni alterni, senza che sia chiaro da cosa abbiano origine. I cittadini hanno chiesto da tempo di approfondire. Proseguendo in discesa sono sempre più evidenti le crepe sulla parete della chiesa di San Rocco, chiusa da quasi due anni. In piazza Plebiscito, invece, nell’angolo dell’Ufficio delle entrate, di fronte alla zona interessata dai crolli, ma lungo un versante opposto, sgorga acqua in abbondante quantità da un muro di mattoni, sotto il livello della strada verso la Terravecchia. Autorità ed enti di competenza riusciranno prima o poi a cambiare la cultura di farsi inseguire dalle emergenze?

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