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POTENZA – Il giudice del lavoro di Potenza Graziella Fenza ha ordinato il pagamento di cinque mensilità, da febbraio a giugno 2015, a una lavoratrice precaria Ata, appartenente alla fascia protetta, nei cui confronti la dirigente di un istituto scolastico superiore del capoluogo aveva disposto la sospensione senza retribuzione dopo un infortunio sul lavoro.
La vicenda, «che per certi versi – ha scritto nell’ordinanza il magistrato – appare surreale», è stata illustrata ieri mattina in una conferenza stampa dalla consigliera provinciale di parità, Liliana Guarino, e dall’avvocato Cinzia Pasquale.
La lavoratrice – che viaggiava da Viggiano a Potenza – fu assunta nel settembre 2014 con un contratto a tempo determinato con scadenza 30 giugno 2015.
Dopo l’infortunio sul lavoro, avvenuto il 13 settembre, l’Inail ha certificato che poteva tornare a lavorare dall’8 gennaio «ma, nonostante l’idoneità accertata dal medico competente prima, e dalla Commissione dell’Inps poi, la dirigente scolastica – ha spiegato Pasquale, che ha seguito la vicenda insieme all’avvocato Alessandra Sprovera – ha di fatto impedito il rientro della lavoratrice, sostenendo che non potesse essere impiegata in alcun servizio perché nell’istituto scolastico non esiste un “ambiente protetto”».
Successivamente, «l’Ufficio scolastico regionale – ha aggiunto l’avvocato – ha invitato la dirigente scolastica a reintegrare nelle funzioni la lavoratrice, ma la stessa dirigente non ha provveduto, anzi le ha inviato due contestazioni disciplinari, poi cadute, proprio perché si era rivolta all’Ufficio provinciale di parità».
Dopo l’azione d’urgenza degli avvocati Pasquale e Sprovera, con l’ordinanza, il giudice ha ordinato di riassumere la dipendente, corrispondendole il punteggio maturato e l’intera retribuzione: «Con questa conferenza stampa – ha detto la lavoratrice – vorrei lanciare un messaggio a tutti i lavoratori discriminati, e in particolare alle donne e alle persone in fascia protetta: denunciate».

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