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CORIGLIANO (CS) – Un nuovo esposto-denuncia presentato da Wwf Calabria, Legambiente Calabria e “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie Calabria”, è stato presentato «per porre attenzione investigativa e per attivare possibili meccanismi di prevenzione su una particolare situazione riguardante il territorio di Corigliano. In questo contesto, ogni anno, puntualmente, a seguito di eventi piovosi anche non eccezionali, una vasta area del territorio – si legge – è soggetta ad alluvioni causate da torrenti che esondano allagando diversi edifici e mettendo a rischio la vita di migliaia di persone. Queste condizioni si sono riproposte anche a novembre quando queste zone sono state sommerse da metri d’acqua e dove solo la casualità ha fatto sì che non ci siano state vittime».
Diverse zone, infatti, appartengono alle zone “R4” e sono settori a rischio alluvione dove «esistono condizioni che determinano la perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone; gravi danni agli edifici e alle infrastrutture, gravi danni alle attività socio-economiche. Tali condizioni, quindi, costituiscono grave pericolo per la pubblica incolumità e violano tutti i disposti normativi vigenti per la riduzione e prevenzione del rischio idrogeologico». Le associazioni chiedono quindi «di verificare e accertare quanto esposto, rintracciarne le responsabilità civili e penali, e procedere alle eventuali misure cautelari per l’incolumità pubblica».
 
LA CONTA DEI DANNI DEL MALTEMPO DI INIZIO FEBBRAIO. Nel frattempo, non può essere trascurato l’impatto che l’ultima ondata di maltempo ha avuto sul territorio calabrese. C’è da dire che il maltempo ha flagellato in particolar modo la provincia di Reggio Calabria e quella di Catanzaro. Ma la conta dei danni è stata avviata anche nei territori delle altre tre province calabresi. Nel Vibonese la situazione più critica si registra lungo alcune arterie provinciali chiuse a cause di alcune frane. In particolare, la caduta di due massi ha provocato la chiusura della strada che collega Vibo Marina a Pizzo, mentre diverse frane hanno provocato la chiusura della strada provinciale costiera che collega Joppolo a Coccorino, quindi della provinciale numero 73 fra Soriano Calabro e l’uscita dell’A3 ed infine della strada provinciale che da Soriano porta a Sorianello. L’intera viabilità interna delle Preserre è invece ai limiti della percorribilità. Pericolo frane anche a Limpidi, frazione di Acquaro, nelle Preserre vibonesi, in un costone già franato nel 2010. Frane di un certo rilievo rendono poi difficili i collegamenti fra Drapia e le frazioni di Gasponi e Sant’Angelo e fra le stessa Drapia e Tropea. Sul posto sono tuttora al lavoro i Vigili del fuoco. Scuole chiuse, invece, in tutto il territorio comunale di Drapia. Chiuso sino a giovedì anche il liceo classico di Nicotera le cui aule sono tuttora allagate. Ore di apprensione, infine, per i coltivatori della cipolla rossa di Tropea che a causa della pioggia e degli allagamenti potrebbero vedersi danneggiato irrimediabilmente il lavoro di questi mesi.

IL SITO DI MONASTERACE – Osservato speciale resta il sito archeologico di Monasterace nel Reggino dove la situazione più preoccupante è ovviamente quella del tempio di Kaulon, in buona parte eroso con “lo scavo Tommasello”, riaperto negli anni scorsi dall’università di Pisa, che è praticamente finito a mare.
Una situazione quella del Tempio dorico che preoccupa archeologi, restauratori e esperti del settore come il presidente del Fai Regionale Anna Lia Paravati. Situazione monitorata attentamente anche da associazioni e politici locali e anche dall’Anas che è intervenuta su segnalazione della Protezione Civile per controllare la Strada statale 106 che lo ricordiamo attraverso un curvone affaccia sul tempio e che rischia di vedersi il mare arrivare fino alla careggiata stradale com’è accaduto tra l’ altro nella vicina Roccella. Protezione Civile che in questi due giorni ,attraverso i gruppi di Monasterace e Camini, ha monitorato anche la situazione delle fiumare dello Stilaro con interventi con mezzi meccanici resosi necessari per rischia di straripamento.
Giovedì mattina il presidente Raffa accompagnato dall’assessore Candido, dal commissario prefettizio  del comune di Monasterace Marialuisa Tripodi, dalla soprintendente Simonetta Bonomi e dalla direttrice del museo Maria Teresa Iannelli farà un ispezione al tempio di Kaulon dove con ogni probabilità addirittura nella stessa giornata potrebbe iniziare l’intervento. In pratica verrà completata la protezione nell’area a sud del tempio dorico e verrà rafforzata anche quella nell’area centrale del tempio, in pratica l’Area della “Casa Matta”.  Ai trentadue metri di barriere già in essere se ne aggiungeranno altri centodieci circa per un totale di centoquaranta metri abbondanti sui duecentocinquanta che compongono il sito archeologico.
A questo fondo seguiranno i 300 mila euro messi a disposizione dal Ministero dei Beni  Culturali Massimo Bray che saranno gestiti anche dalla provincia reggina. A questi si aggiungeranno i 25 mila euro a disposizione della Soprintendenza archeologica che dovrebbero servire per un recupero parziale di parte degli scavi per un totale di 450 mila euro abbondanti a disposizione nell’immediato. Il tutto mentre ad ottobre si attende l’opera maestra, le barriere a mare finanziate con un contributo da 2,5 milioni d’euro messo a disposizione dell’Assessorato ai lavori regionali. Fondi che serviranno alla creazione di barriere profonde che daranno al sito archeologico e alla restante parte del lungomare la sicurezza necessaria a resistere all’ondata d’urto del mare.

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