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PALMI (RC) – Il corpo di Fabrizio Pioli, l’elettrauto di Gioia Tauro scomparso il 23 febbraio 2012, quando è stato assassinato, «è stato ritrovato in una fossa profonda come non si fa nemmeno con gli animali». A dirlo è stato il Procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo, incontrando i giornalisti nella sede del Comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria.   

Ad indicare il luogo della sepoltura ai carabinieri, ha confermato il magistrato, è stato Antonio Napoli, «principale indiziato di questo omicidio». L’uomo, padre della donna sposata con la quale Fabrizio aveva una relazione, si è costituito ieri.   «Il fatto che si possa finalmente dare sepoltura a Pioli – ha detto Creazzo – credo sia un conforto non soltanto per la famiglia, ma per tutti coloro che credono nei valori umani. Questa è una fonte di soddisfazione, se volete anche extraprofessionale, che anima noi tutti e anima soprattutto quei giovani carabinieri e agenti della polizia penitenziaria che ieri ho visto scavare con le mani con una delicatezza estrema e con un’abnegazione ed una generosità che sono la spiegazione per cui questo Paese può ancora dirsi ottimista».  

Grazie all’indicazione fornita da Napoli trova così riscontro – ha aggiunto il procuratore – «un’intercettazione ambientale effettuata la sera stessa della scomparsa di Pioli che ci diede, purtroppo, immediatamente la quasi certezza che lo stesso giovane era morto poco dopo essere stato braccato e fermato da chi poi lo ha soppresso. Si trattava di uno dei soggetti adesso imputato, che a mezze parole ed in dialetto, dopo aver dato spiegazioni al cognato che non sapeva niente, disse “sono andati a buttarlo”».

Secondo il il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, Lorenzo Falferi, «ragionevolmente possiamo ritenere che in base alle caratteristiche antropometriche i resti ritrovati possano corrispondere a quelli di Fabrizio Pioli. Nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia e all’inizio della prossima settimana contiamo di restituire il corpo alla famiglia per i funerali».   

«In tutto quest’anno – ha aggiunto Falferi – non abbiamo mai smesso di cercarlo. Solo negli ultimi dieci giorni abbiamo svolto sei servizi di ricerca specifica sul territorio con perquisizioni e cinturazioni di zone esercitando una pressione che non è mai venuta meno».

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