X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

ROCCELLA IONICA – Il punto di partenza ideale per una visita attenta alle bellezze artistiche è la Marina, uno dei tre nuclei storici di Roccella insieme al Borgo ed alla Rupella. Dall’animata piazza S. Vittorio, in pochi metri di strada si raggiunge il lungomare, passando accanto a una coppia di colonne di granito rosa egiziano rinvenute in località Melissari, dove probabilmente aveva sede l’antico ”Portus Auxonius”. 

SCARICA LO SPECIALE IN PDF

Di fronte, sorge un edificio, un tempo residenza estiva dei principi Carafa, della cui struttura originaria rimangono i soffitti a volta in mattoni e le grate in ferro dei locali pianoterra. Dopo un distensivo sguardo sulla candida spiaggia ritorniamo in piazza San Vittorio per una visita al complesso conventuale di San Francesco da Paola, costituito dalla chiesa di S. Nicola ex Aleph e dall’ex convento dei frati Minimi. 

La Chiesa, originariamente dedicata al patrono S. Vittore, fu costruita nella prima metà del 500, ma ha subito diversi rifacimenti. Oggi si presenta con una semplice facciata arricchita da un portale litico incorniciato da due colonne in marmo bianco. L’interno, a unica navata, conserva la teca reliquiario di San Vittore, in lamina d’argento, del 1747 ed una grande tela secentesca raffigurante il Santo. 

Accanto alla chiesa fu edificato, in epoca successiva, il convento che nell’angolo nord-est inglobava una torre di difesa a pianta quadrangolare, tuttora visibile. Restaurato nelle sue parti indenni al terremoto del 1905, è oggi utilizzato a fini culturali e artistici. Accanto alla Chiesa si imbocca via Umberto I, uno degli assi viari trasversali creati nell’800 per collegare la marina alla parte alta dell’abitato e si giunge a Via Garibaldi, il cuore pulsante dello storico quartiere Borgo. Di fronte si staglia la bianca facciata della chiesa di S. Anastasia; dedicata precedentemente a S. Francesco Saverio, venne eretta dai Gesuiti nel 1753. Dal bel portale lapideo e a navata unica, conserva alle spalle dell’altare maggiore, racchiusa da una cornice in stucco, la tela della Madonna del Rosario con Sant’Anastasia e Santo Stefano. Proseguendo per via Garibaldi si possono ammirare numerosi palazzi gentilizi come palazzo Anglen, ora Tassone, del XVII secolo con interessanti rifiniture in pietra, opera di maestri serresi, palazzo Placida e palazzo Congiusta con annessa masseria. 

Il Borgo è caratterizzato anche dalla presenza di costruzioni rurali con adiacenti forni, frantoi e palmenti. Al termine di via Garibaldi inizia la salita che porta alla Rupella, il terzo nucleo storico. E’ la città murata formata dal castello del principe, dalla chiesa e dalle abitazioni dei sudditi. Posto su una altura, in posizione dominante sulla costa, il Castello, la cui esistenza è documentalmente provata fin dal 1270, fu ristrutturato e fortificato per motivi difensivi nei secoli successivi dalla famiglia Carafa della Spina. L’at – tuale disposizione urbanistica risale agli inizi del XVIII secolo quando il ramo cadetto della famiglia Carafa ampliò l’originale palazzo feudale in stile barocco e costruì il fronte bastionato della cortina muraria. 

Dell’antico splendore architettonico oggi è rimasto ben poco: il portale litico, sormontato dallo stemma dei principi Carafa della Spina, un balcone monumentale con mensole scolpite figurate e il cortile interno che permette l’accesso ai piani superiori. Al castello era un tempo annessa la chiesa di S. Nicola di Bari, di cui, in seguito al sisma del 1783, rimangono solo i muri perimetrali, il campanile a vela e tracce dell’alta – re maggiore. I Carafa accedevano direttamente alla chiesa attraverso un coretto, oggi distrutto. L’impianto difensivo del castello è completato dalla Torre di difesa costiera di Pizzofalcone di origine medievale che costituisce, insieme al recinto murario, il nucleo più antico dell’intero complesso. 

Dal Castello, con un suggestivo percorso pedonale, si può scendere al santuario di Maria SS delle Grazie posto sul lato nord-est, alla base delle formazioni rocciose sulle quali si erge il maniero, particolarmente caro ai marinai roccellesi che l’hanno adornata con ex voto di barche e vascelli in legno. Il Santuario, edificato nel 1545 in ringraziamento per un miracoloso salvataggio, ha una facciata sobria, cadenzata da lesene e terminante in un timpano. L’interno, a navata unica, ha il pavimento originario in lastre quadrangolari di marmo e custodisce il quadro della Madonna delle Grazie; notevoli gli arredi sacri ed il tabernacolo in legno del XVI secolo. Da visitare, infine, la chiesa Matrice dedicata a San Nicola di Bari, di impianto moderno, che però conserva tutti gli arredi e le opere appartenute alla chiesa del Castello, dal monumentale altare maggiore del 1763 agli altri sei altari barocchi, tutti in marmo e a un Crocifisso, dipinto nel 600, attribuito alla scuola di Mattia Preti. 

Per info e visite guidate Associazione ”Roccella com’era”, www.roccellacomera.it, presidente Giuseppe Guarnieri telefono 320/0245874

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE