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POTENZA – Per la 3 giorni della Leopolda, a novembre del 2012, avrebbe pagato lui, come pure per le gomme per l’auto della moglie. A Bologna, due mesi più tardi, non ci sarebbe proprio andato, per restare con suo figlio in ospedale. Quanto poi alle «mazzette», e alla «pila di Rolex», di cui parla l’ “amico”imprenditore con la fidanzata, si tratterebbe soltanto di «elucubrazioni senza riscontro». E’ «amareggiato» Rocco Fiore il giorno dopo l’arresto con l’accusa di turbativa d’asta, falso e corruzione. Attraverso il suo legale Luca Lorenzo, che lo assiste assieme a Tuccino Pace, si dice «estraneo» ai fatti che gli vengono contestati. «Bastava leggere l’estratto del suo conto corrente per accorgersi che l’albergo per la trasferta a Firenze l’ha pagato lui con la carta di credito. C’è anche un prelievo di 250 euro al bancomat. Come si fa a dire che Santoro si è accollato tutte le spese? » Tra i documenti che intende portare dal gip Rosa Laroccache il capo dell’Ufficio tecnico di Avigliano, che è anche consigliere comunale del capoluogo e delegato nazionale Pd, c’è anche la matrice di un assegno. «Servito per pagare il cambio dei pneumatici dell’auto della moglie». Spiega l’avvocato Lorenzo, che smentisce un secondo viaggio con la “comitiva degli appalti” dopo quello in Toscana. «Non c’è mai stato. E’ vero che sarebbe dovuto partire, ma poi il figlio s’è operato e lui gli è rimasto affianco in ospedale. Ci sono centinaia di persone che possono confermarlo». Più complesso il discorso le intercettazioni in cui Bartolo Santoro, l’imprendi – tore che si era appena aggiudicato il lavori per la riqualificazione del campetto di Lagopesole, in sostanza gli dà del corrotto («Ma sì che Rocco Fiore con tutte le mazzette che prende si può fare una pila di Rolex »). Oppure quelle in cui si parla di come è stata pilotata la gara anche nell’ottica di progetti futuri. «Solo congetture». Insiste l’avvocato. Questione è rinviata a giovedì mattina davanti al gip, quando è previsto l’inizio degli interrogatori di garanzia.

POTENZA – Per la 3 giorni della Leopolda, a novembre del 2012, avrebbe pagato lui, come pure per le gomme per l’auto della moglie. A Bologna, due mesi più tardi, non ci sarebbe proprio andato, per restare con suo figlio in ospedale. Quanto poi alle «mazzette», e alla «pila di Rolex», di cui parla l’ “amico”imprenditore con la fidanzata, si tratterebbe soltanto di «elucubrazioni senza riscontro». 

E’ «amareggiato» Rocco Fiore il giorno dopo l’arresto con l’accusa di turbativa d’asta, falso e corruzione. 
Attraverso il suo legale Luca Lorenzo, che lo assiste assieme a Tuccino Pace, si dice «estraneo» ai fatti che gli vengono contestati. 
«Bastava leggere l’estratto del suo conto corrente per accorgersi che l’albergo per la trasferta a Firenze l’ha pagato lui con la carta di credito. C’è anche un prelievo di 250 euro al bancomat. Come si fa a dire che Santoro si è accollato tutte le spese? » 
Tra i documenti che intende portare dal gip Rosa Laroccache il capo dell’Ufficio tecnico di Avigliano, che è anche consigliere comunale del capoluogo e delegato nazionale Pd, c’è anche la matrice di un assegno. «Servito per pagare il cambio dei pneumatici dell’auto della moglie». Spiega l’avvocato Lorenzo, che smentisce un secondo viaggio con la “comitiva degli appalti” dopo quello in Toscana. 
«Non c’è mai stato. E’ vero che sarebbe dovuto partire, ma poi il figlio s’è operato e lui gli è rimasto affianco in ospedale. Ci sono centinaia di persone che possono confermarlo». 
Più complesso il discorso le intercettazioni in cui Bartolo Santoro, l’imprenditore che si era appena aggiudicato il lavori per la riqualificazione del campetto di Lagopesole, in sostanza gli dà del corrotto («Ma sì che Rocco Fiore con tutte le mazzette che prende si può fare una pila di Rolex »). Oppure quelle in cui si parla di come è stata pilotata la gara anche nell’ottica di progetti futuri. 
«Solo congetture». Insiste l’avvocato. 
Questione è rinviata a giovedì mattina davanti al gip, quando è previsto l’inizio degli interrogatori di garanzia.

 

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