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Hanno presentato una denuncia contro ignoti i genitori di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia di 31 anni che si è suicidata ingerendo acido muriatico a Rosarno. Nella denuncia, presentata stamani alla Procura di Palmi (Rc), che conduce le indagini, dai legali della famiglia, gli avvocati Vittorio Pisani e Gregorio Cacciola, i genitori della donna, Michele Cacciola e Anna Rosalba Lazzaro, manifestano dubbi sul percorso di collaborazione seguito dalla figlia.

In particolare, marito e moglie, secondo quanto si è appreso, ipotizzano che la donna sia stata indotta a collaborare approfittando di un suo momento di debolezza e facendole delle promesse che non sarebbero state poi mantenute. Per corroborare tali dubbi, i genitori di Maria Concetta hanno allegato alla denuncia una lettera scritta dalla figlia all’epoca in cui si allontanò dalla famiglia per recarsi in una località protetta dopo l’avvio della sua collaborazione, ed una registrazione audio fatta dalla stessa donna dopo il ritorno a casa, avvenuto nelle scorse settimane.

L’AUTOPSIA

L’esame autoptico eseguito sul corpo di Maria Concetta Cacciola, non ha evidenziato elementi che contrastino con l’ipotesi del suicidio. Anche l’esame esterno del cadavere non ha evidenziato segni di violenza. In ogni caso, il medico legale si è preso sessanta giorni per effettuare altre analisi ed accertamenti. Una volta eseguiti tutti gli esami necessari, il medico presenterà la sua relazione alla Procura della Repubblica di Palmi che ha aperto un fascicolo contro ignoti per accertare in maniera definitiva le cause del decesso di Maria Concetta Cacciola, ma anche per stabilire se possa essere stata indotta al suicidio da qualcuno dopo la sua decisione di collaborare con la magistratura.

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