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ROTONDELLA – Tornerà al suo splendore una delle perle più preziose del centro di storico di Rotondella, la cappella della Santissima Annunziata, risalente al XVII secolo.

Una prima fase di lavori, per la verità, è già stata conclusa, grazie alla generosità dei fedeli e all’impegno del parroco, don Mario Lutrelli. L’intonaco, letteralmente aggredito dall’umidità, è stato restaurato, sia all’interno che all’esterno. Si è resa necessaria, inoltre, una completa ristrutturazione del tetto semidistrutto, ed è stata effettuata l’individuazione di alcune perdite da condotte d’acqua non direttamente legate all’edificio, ma che lo danneggiavano per l’umidità.

Il vero gioiello, però, non è ancora pronto: si tratta dell’altare da tempo dipinto di bianco.

Don Mario, attento cultore di arte sacra, ha però intuito il valore e la qualità della decorazioni originarie, non più visibili. Per trovare conferma si è rivolto a figure esperte, per la precisione un’impresa specializzata nei restauri accreditata presso numerosi enti pubblici ed ecclesiastici. I restauratori, attraverso una serie di saggi, hanno così potuto mostrare parti del colore originario. Ebbene, quell’altare nascondeva una bellezza straordinaria. Don Mario, allora, è stato preso dal desiderio di mostrarla a tutti, commissionando l’opera, che  richiederà un intervento certosino e non privo di costi. Il parroco, perciò, confida nella generosità dei fedeli e di qualche sponsor, nel senso proprio del termine, quello latino di “sponda”, “aiuto”.

La vicenda, nel suo piccolo, lo dimostra ancora una volta: una delle prime forme di carità che la Chiesa offre all’Italia è la difesa del bello. Se così non fosse stato, forse, non saremmo mai diventati il Paese più interessante del mondo dal punto di vista artistico e architettonico. E’ uno dei tanti segni che dovrebbero far riflettere sul contributo concreto che lo Stato italiano riceve, per tanti aspetti, dalla presenza della Chiesa sul territorio, soprattutto in questi tempi di battaglie e pregiudizi, spesso fuori luogo, su una Chiesa che sarebbe ingiustamente privilegiata in termini fiscali ed educativi.

«Grande è stata –si legge sul sito web Rotundamaris.net-  la devozione dei rotondellesi verso la Madonna dell’Annunciazione. All’Annunziata era stata creata, nei primi anni del ‘700, la Congregazione dei Laici che promosse e gestì sino alla fine del secolo successivo il Monte Frumentario, una banca in natura che prestava sementi ai coloni poveri di Rotondella. Sempre presso l’Annunziata esisteva un’altra Congregazione, quella del Sacro Vangelo. che erogava contributi economici alle ragazze povere che dovevano sposarsi».

Due esempi straordinari, che mostrano come la fede abbia favorito, nel tempo, lo sviluppo delle opere di carità. E in questo caso, oltre alla carità, anche la creatività. Bisogna ammettere, infatti, che è davvero originale l’idea di una sorta di banca per le ragazze senza dote, un’idea di welfare gratuito, sussidiario e senza Stato, frutto di quei legami di solidarietà concreta tra gli uomini che si vanno perdendo sempre più, ma che a Rotondella, per dire la verità, mostrano ancora qualche piccolo segno.

provinciamt@luedi.it

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