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COSENZA – La Procura di Cosenza ha aperto un’inchiesta sulla carenza idrica in città. E’ stato il procuratore capo in persona, Dario Granieri, ad avviare le indagini, che prendono le mosse da una serie di articoli pubblicati dal “Quotidiano”. L’ipotesi di accusa è interruzione di pubblico servizio. Alla stessa Procura pochi giorni fa si è rivolto il primo cittadino di Cosenza, Mario Occhiuto. Il sindaco un paio di settimane fa era stato molto duro con la Sorical, la società che si occupa della fornitura idrica. «Nel mese di agosto 2013 – spiegò Occhiuto – il Comune ha registrato una fornitura idrica giornaliera inferiore ai 50 litri al secondo a fronte di una fornitura per l’anno precedente di circa 95 litri al secondo. La Sorical ha ritenuto di diminuire, dunque, di circa il 70% la portata di arrivo al serbatoio del Merone». 

«Nel mese in corso – aggiunse con riferimento a settembre – è stata poi registrata una fornitura giornaliera inferiore a 40 litri al secondo a fronte di una fornitura nello stesso periodo dell’anno precedente di 90 litri al secondo. Si tratta – denunciò il sindaco – di abusi a danno dei cittadini che non abbiamo mai tollerato e mai tollereremo. Da parte nostra continueremo a difendere sempre i beni comuni come l’acqua, per la cui corretta fornitura tanto ci stiamo spendendo in ordine di ammodernamento della rete». Occhiuto emise quindi un’ordinanza urgente con la quale invitò la Sorical s riportare immediatamente la fornitura idrica ai valori medi registrati negli ultimi quattro anni (ovvero 95 litri al secondo). 
Il primo cittadino avvisò che in mancanza di risposte avrebbe provveduto a far ripristinare la regolare fornitura tramite la forza pubblica. Un aut-aut che in alcune parti della città par aver sortito l’effetto desiderato. 
Altre zone, però, sono ancora in emergenza. E’, per esempio, il caso del centro città, nell’area che comprende via Miceli, via Galluppi e via Misasi (ex via Roma). Da quasi un mese, ormai, i cittadini lamentano il fatto che il prezioso liquido viene improvvisamente a mancare il primissimo pomeriggio, per poi ritornare all’alba del giorno dopo. Le autoclavi di alcuni palazzi non riescono a riempirsi in tempo e l’emergenza, dunque, permane. Il problema. come vi riportiamo nel box in basso, si riflette anche su chi in quelle zone ha un’attività commerciale. C’è chi suggerisce l’invio di autobotti nelle aree più “a secco”. Di questi ultimi giorni, dunque, la decisione della Procura di Cosenza di aprire un’inchiesta. L’indagine è al momento conoscitiva. E’ stata cioè avviata la prima fase atta a valutare se ci sono realmente profili penali dietro tutta questa vicenda e se si può quindi parlare di interruzione di pubblico servizio.
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