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CORREVA l’anno scolastico 1966/67, avevo 16 anni e frequentavo il terzo anno del magistrale (oggi liceo pedagogico).

La mia scuola Emanuele Gianturco si trovava in via Vaccaro, dove attualmente c’è il liceo classico Q.O.Flacco.  Nell’edificio scolastico mancava la palestra e facevamo sempre l’educazione fisica teorica in classe. Le scuole organizzarono il campionato studentesco di pallacanestro e le gare di atletica leggera.

Io fui scelto dal professore Nicastro per disputare il campionato di basket ed il lancio del disco. Ricordo ancora la mia gioia, quando il bidello entrava in classe con il permesso per uscire dall’aula e sottrarmi, così, all’ora di filosofia o di latino, per andare ad allenarmi presso il palazzetto del Coni o lungo la pista di atletica in terra battuta dello stadio Viviani.

Ero in sovrappeso e quella fu l’occasione che mi diede l’opportunità di ribellarmi alla dieta alimentare ed allo stile di vita della mia famiglia, che riteneva lo sport una perdita di tempo e di salute.

Mentre oggi all’età di 63 anni secondo l’IMC (Indice di Massa Corporea) sono in una situazione di peso ottimale e il mio stato di fitness è ottimo, secondo il test di Cooper (percorro in 12 minuti km. 2,300), quando avevo 16 anni non ero capace di correre neanche per 5 minuti di seguito.

Grazie Coni. Tu sei stato per me la Bastiglia durante la Rivoluzione Francese e mi piange veramente il cuore nel vedere in che stato la nostra classe dirigente ti ha ridotto.
Passando due mesi fa con la mia mountain bike mi sono fermato e ti ho fotografato.

Spero che tu possa risorgere ed essere di aiuto a tanti bambini, giovani ed adulti a rischio di malattie degenerative a causa dell’ipocinesi (mancanza di movimento).

Se avessi la possibilità di fare l’assessore allo sport, metterei a disposizione prima di tutto gli impianti sportivi della città per i non agonisti e, poi, per coloro che sognano di diventare campioni.
Mi piange veramente il cuore, inoltre, vedere lo stadio Viviani senza la pista di atletica in terra battuta e a disposizione solamente di una squadra di calcio e di quattro esauriti che non hanno mai praticato lo sport e vanno a scaricare le loro frustrazioni sugli spalti, bestemmiando, prendendo a parolacce arbitri e sputando i guardialinee, con il silenzio assente di una classe dirigente compiacente ed interessata. 

maestromatteocastello@gmail.com

 

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