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PISTICCI – Li bruciano un po’ alla volta, con un certo metodo.

L’ultimo incendio (il secondo in poche settimane) appiccato ai rifiuti, di origine naturale e non, depositati a dicembre scorso dall’azione combinata del fiume Cavone e delle mareggiate, a sinistra della foce, in territorio di Pisticci, si è verificato pochi giorni fa, e questa volta ha peraltro esposto la pineta ad un serio rischio. Attecchito nella parte alberata, il fuoco si è spento subito o, più probabilmente, è stato governato in maniera da evitare che si propagasse pericolosamente all’interno. Ma da chi? E per quale ragione?

Certo non è semplice rispondere a queste domande, soprattutto quando si ha la sensazione che il territorio venga abbandonato al suo destino, ignorando segnalazioni e denunce. Con questi presupposti non c’è da stupirsi che venga considerato terra di conquista; una sorta di far west lontano dalla legalità. Di fronte ai dubbi su autori e cause di questi incendi, infatti, c’è la certezza che sia stato consumato un reato, perché i materiali finiti sulla spiaggia in seguito all’alluvione Nettuno sono da considerarsi rifiuti a tutti gli effetti e, in quanto tali, vanno smaltiti seguendo le procedure di legge, non certo passandoli per fuoco.

In fiamme, peraltro, oltre alle cannucce ed ai rami degli alberi, sono finiti materiali come plastica, carta, cartone e polistirolo, mentre restano pericolosamente disseminati sulla sabbia (ed ancor più pericolosamente sotto la sabbia) vetri, spesso frantumati, e materiali ferrosi arrugginiti. Il Quotidiano aveva segnalato il problema già nel dicembre scorso, con particolare riferimento alla zona a sinistra del Cavone, che è anche area Sic di alto pregio naturalistico, era sicuramente da inserire fra quelle da sottoporre ad interventi speciali di pulizia in seguito alle alluvioni.

Ma in questi cinque mesi  non è stato fatto nulla. Solo sei giorni fa abbiamo ripreso la notizia dopo che qualcuno aveva iniziato a dar fuoco. Adesso un secondo incendio, a partire dalla sponda sinistra del fiume e per circa duecento metri verso san Basilio, in un punto distante dal precedente rogo. Anzi, ad osservare bene le parti bruciate, si deduce che gli inneschi hanno riguardato due aree attigue.

Una di esse raggiunge la pineta, che aveva iniziato a prendere fuoco.  Il rischio di dover intervenire per sedare il primo incendio della stagione 2014 è stato altissimo. Se fosse accaduto, forse qualcuno si sarebbe battuto il petto invocando la prevenzione. Ma proprio il disinteresse mostrato finora di fronte a questa emergenza è indicativo di una scarsissima cultura della prevenzione. Ad accogliere i turisti è presente, infatti, adeguata cartellonistica che fa vanto di come marina di Pisticci sia stata insignita della Bandiera verde, per essere a misura di bambino. Fu installata dal Comune l’estate scorsa. Ma il colpo d’occhio desolante sulla area di pregio del Cavone mal si concilia con questo prestigioso riconoscimento. Nella spiaggia  a misura di bambino non dovrebbe esserci spazio per il degrado da rifiuti, per l’indifferenza verso un problema di natura ambientale e di decoro esistente da cinque mesi.

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