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di Lucia Serino

POTENZA – Michele Cannizzaro (in foto) ha presentato, ieri mattina, la domanda per la direzione generale dell’ospedale San Carlo.
In netto anticipo rispetto alla scadenza dei termini (il 3 giugno) e con un colpo a sorpresa che sicuramente spariglia calcoli e strategie per il rinnovo del vertice aziendale dell’ospedale regionale.
Il dottore Cannizzaro è stato direttore generale dell’ospedale fino al 14 maggio 2007, quando si dimise con una lettera inviata al presidente della regione, Vito De Filippo, nella quale – iniziata l’inchiesta Toghe lucane con tutto il collasso mediatico che ne seguì – sottolineava la necessità di salvaguardare il buon nome dell’ospedale.
Ma non solo. Cannizzaro lasciò a metà un lavoro di efficiente riorganizzazione che anche i suoi acerrimi avversari gli hanno sempre riconosciuto.
La candidatura di Cannizzaro è una bella patata bollente nelle mani della politica lucana.
La nomina, infatti, dopo la valutazione del requisiti di ammissibilità della domanda, è discrezionale da parte della Giunta regionale, con una voce influente che sicuramente viene dall’assessore al ramo, cioè Attilio Martorano.
E’ di tutta evidenza che la rete degli accordi per sistemare – a catena – lo scacchiere delle nomine va, però, ben oltre Martorano.
Ma la nomina del nuovo direttore generale del San Carlo non è solo questione politica. Include valutazioni tecniche. Il San Carlo è nodo centrale della politica sanitaria regionale.
Proprio oggi Martorano dovrebbe incontrare il direttore uscente, De Costanzo, dopo le discussioni non idilliache dei giorni scorsi su spese, contestazioni, riequilibri.
E sempre il San Carlo è il motivo dell’atteggiamento molto critico assunto nei confronti di Martorano da parte del capogruppo dei Popolari uniti, Luigi Scaglione, e del capogruppo dell’Idv, Enrico Mazzeo Cicchetti, che è innanzitutto un senologo dell’ospedale.
Coltelli affilati della politica che sulla gestione dell’ospedale ha da sempre gli occhi puntati.
Non è un caso che, da quando è stato pubblicato il bando per il rinnovo della direzione generale, le voci su chi va e chi si sposta sono all’ordine del giorno dell’agenda politica e di riunioni ristrette e riservate. Il San Carlo val bene un assessorato.
E’ innegabile che la domanda di Cannizzaro rimescola le carte: di recente è stato il senatore Egidio Digilio a sostenere la necessità di un ritorno dell’ex manager per consentirgli di portare a termine un programma spezzato dalle sue dimissioni.
Bisognerà attendere i nomi degli altri candidati per capire qual è la partita che si giocherà. Il mandato di De Costanzo scade il primo luglio.
Nella sua passata direzione, Cannizzaro fu protagonista di scelte sanitarie di grande rigore riuscendo a mantenere conti in ordine e ricevendo per tre anni consecutivi il “massimo dei voti” nella valutazione annuale dei dirigenti sanitari da parte del comitato tecnico.
Un dato oggettivo. Uno dei problemi maggiori della Basilicata è proprio la spesa sanitaria.
E’, del resto, grazie allo spostamento delle royalties, che la regione è riuscita a sfuggire all’umiliazione del commissariamento toccata ad altre regioni meridionali.

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