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POTENZA – «È una vicenda che dura dal 2005 con sentenze che si sono alternate in un senso poi in un altro tra il Tar e il Consiglio di Stato. Domani mattina (oggi per chi legge,ndr) c’è l’udienza e vediamo cosa viene fuori. La linea dell’azienda è applicare le decisioni che vengono prese dall’organo giudicante».
Il nuovo direttore generale del San Carlo, Adrea Des Dorides (in foto), interviene per chiarire la posizione dell’azienda sulla delibera che una settimana prima del suo insediamento ha affidato 293643il maxi appalto da 28 milioni di euro in cinque anni per i servizi secondari alla ditta Kuadra srl, senza indire una nuova gara.

Si aspettava una situazione così a Potenza?
«Ne ho viste di peggiori. Quì si è creato un attimo di confusione, ma sono cose che capitano».

Riconoscerà che al San Carlo qualcuno può aver fatto qualche passo falso?
«I miei predecessori non li giudico ma ho visto che le loro decisioni sono state suffragate da pareri legali autorevoli. Non me la sentirei di dire che l’amministrazione ha fatto errori significativi visto che tra l’altro un organo di primo grado gli aveva dato pure ragione».

Ma una posizione c’era ed è stata mantenuta.
«Che io sappia negli ultimi due anni l’azienda non ha perorato un’interpretazione piuttosto che un’altra. Adesso la sua posizione è questa: il Consiglio di Stato ha detto che le ditta X e Y non sono ammissibili, quindi non le ammettiamo e la terza in graduatoria è quella che ha vinto la gara. Poi c’è X che ha fatto ricorso dicendo che andava fatta una nuova gara. Noi diciamo: “Abbiamo applicato una sentenza del Consiglio di Stato”. Non entriamo nella valutazione del merito perchè c’è una storia che è molto ambivalente. Se domani il Tar domani non convalida la sospensiva significa che il provvedimento rimane in vita. Noi dobbiamo andare avanti».

E se invece dovesse convalidarla?
«Non l’aggiudicheremmo e daremmo corso al contratto in essere. Il fatto paradossale è che fino all’udienza di marito resterebbe ancora al lavoro una ditta che è stata giudicato inammissibile alla gara dal Consiglio di Stato (l’Ati Naer del gruppo “La cascina”, ndr). Lo capisce il paradosso?»

È impossibile pensare di tutelare l’azienda indicendo una nuova gara?
«Un attimo dopo ci farebbero causa in quattro per chiederci un risarcimento. Qui c’è un percorso talmente martoriato. Da quello che so, c’è forse anche un’inchiesta della magistratura ordinaria».

Quindi lei già mette in conto che qualcuno verrà a battere cassa?
«No io non metto in conto nulla, ma è chiaro che ci si trova in una situazione conflittuale che non è facile da risolvere in via pacifica. Questo lo capisce chiunque a prescindere da una valutazione della correttezza o meno dell’agire dell’amministrazione. È facile dire che l’amministrazione ha fatto confusione. Se è così ha fatto confusione pure il Tar o il Consiglio di Stato visto che dicono due cose diverse».

Confusione nella migliore della ipotesi, ma non è l’unica.
«Se qualcuno crede che le cose siano andate in questo modo perchè veniva perseguito un preciso interesse vada alla procura della Repubblica e lo denunci. Io farei così. Non si può sollevare un polverone perchè se no alla fine non si aiuta l’amministrazione che cerca di tutelare gli interessi della comunità. Si mina soltanto la sicurezza del sistema senza avere elementi. ».

Quindi delegare la magistratura?
«C’è già un’inchiesta aperta. Da quello che ho capito è stata una vicenda che ha coinvolto varie persone. Alcune ne sono già uscite tra i quali il presidente De Filippo, mentre altre sono ancora indagate. Non è che c’è stata richiesta di rinvio a giudizio. Sono in corso delle indagini e non posso farle io. Mica posso fare le intercettazioni. Io guardo gli atti e lì non c’è un evidenza della malversazione. Perchè il tema era complicato. Non è che è stato fatto un errore pacchiano. Chi fa il nostro mestiere fa un mestiere rischioso perchè nella più totale buona fede e onestà si rischia comunque tantissimo. A volte le leggi sembrano scritte coi geroglifici egiziani»

L’assunzione di certi incarichi non prevede il beneficio dell’inventario.
«È vero (ride, ndr). Se avessi potuto l’avrei fatto ma non se po’».

lama

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