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SAN FERDINANDO – Ha rischiato di saltare l’accordo per il trasferimento degli immigrati stipati nella baraccopoli sorta nell’area industriale verso la tendopoli allestita a poca distanza dalla prima che era stata realizzata nella primavera dello scorso anno. Attimi concitati ieri mattina quando  a conclusione di un’assemblea svoltasi all’interno della baraccopoli con centinaia di migranti questi ultimi hanno  rifiutato la proposta di trasferirsi con l’impegno di contribuire al mantenimento della tendopoli con il versamento un euro al giorno. 
La somma era stata  in qualche modo decisa nei tavoli tecnici per assicurare le risorse necessarie  per garantire il presidio della tendopoli all’associazione “Il Mio Amico Jonathan” il soggetto che era stato individuato a gestire la nuova tendopoli.  Due ore di discussione e poi la scelta degli immigrati di rifiutare la proposta. E mentre la discussione era in corso il cielo  si stava preparando a rovesciare sulla zona pioggia mista a nevischio. Il vento aveva anch’esso cominciato a soffiare  e ad aprire squarci tra le capanne di fortuna. Occorreva far presto. Ma si scontravano  due concetti: quelli dei migranti molti dei quali affermavano di non poter garantire la somma richiesta perché non riuscivano a lavorare e dall’altra quella di procedere comunque ad una forma di corresponsabilità nell’erogazione dei servizi e dei pasti. Posizioni condite da radicati pregiudizi su ipotetici modelli di sfruttamento  ma anche dalla necessità di trovare le poche risorse per garantire rimborsi benzina ai volontari che avrebbero dovuto occuparsi di gestire la pulizia dei bagni e quant’altro servisse a mantenere dignitoso la tendopoli.  Posizioni che si sono cristallizzate e che hanno provocato attimi di tensione. Una sorta di guerra tra poveri dagli esiti inimmaginabili tra chi come ad esempio il sindaco di San Ferdinando Domenico Madafferi stretto dalla necessità di procedere all’abbattimento della baraccopoli per ragioni igienico sanitari e chi invece cercava di porre alla valutazione i problemi dei migranti. Storie di straordinario abbandono  e di solitudini. Una situazione da gestire “cum grano salis” da parte dei soggetti coinvolti. Così dopo una lunga serie di telefonate per evitare abbandoni sul campo ma anche rischi di aumento della tensione tra i migranti, prima si era deciso di convocare un tavolo tecnico tra i soggetti coinvolti Prefettura di Reggio Calabria, Polizia e Carabinieri  compresi, con l’obiettivo per affrontare il problema che stava seriamente assumendo dimensioni serie di ordine pubblico ed infine quando tutto volgeva al peggio la soluzione dei  problemi. La mediazione è arrivata grazie al ruolo che hanno giocato il dirigente del Commissariato di Gioia Tauro il Vice Questore Aggiunto   Angelo Morabito e l’ispettore capo Antonino Pirrottina che coordina l’ufficio della Uigos. Proposte e controproposte, tira e molla ma alla fine il senso di responsabilità è prevalso grazie alla disponibilità dei sindaci di San Ferdinando   Madafferi ma anche di Rosarno Tripodi. 
I migranti si sono impegnati a versare da parte loro una somma simbolica di circa 15-20 euro al mese, i comuni si sono impegnati a mettere a disposizione viveri e alimenti che avevano raccolto in questi mesi grazie alle donazioni dei privati e la Prefettura attraverso la Protezione Civile ad allestire una tenda con la cucina da campo per permettere ai migranti di cucinarsi alimenti caldi. Nel pomeriggio di ieri i primi gruppi hanno cominciato il trasferimento che si completerà tra oggi e domani.

SAN FERDINANDO – Pagheranno ogni mese 15-20 euro ciascuno per essere ammesi a vivere nella tendopoli. Ha rischiato di saltare l’accordo per il trasferimento degli immigrati stipati nella baraccopoli sorta nell’area industriale verso la tendopoli allestita a poca distanza dalla prima che era stata realizzata nella primavera dello scorso anno. Attimi concitati ieri, poi l’accordo.  I migranti si sono impegnati a versare da parte loro una somma simbolica di circa 15-20 euro al mese, i comuni si sono impegnati a mettere a disposizione viveri e alimenti che avevano raccolto in questi mesi grazie alle donazioni dei privati e la Prefettura attraverso la Protezione Civile ad allestire una tenda con la cucina da campo per permettere ai migranti di cucinarsi alimenti caldi.

Non tutti l’hanno presa bene. A conclusione di un’assemblea svoltasi all’interno della baraccopoli, centinaia di migranti avevano in un primo momento rifiutato la proposta formulata nei tavoli tecnici per assicurare le risorse necessarie per garantire il presidio della tendopoli all’associazione “Il Mio Amico Jonathan”, il soggetto che era stato individuato a gestire la struttura.  Due ore di discussione e poi la scelta degli immigrati di rifiutare la proposta. 

Si scontravano  due concetti: quelli dei migranti, molti dei quali affermavano di non poter garantire la somma richiesta perché non riuscivano a lavorare; e dall’altra quella di procedere comunque ad una forma di corresponsabilità nell’erogazione dei servizi e dei pasti. Posizioni condite da radicati pregiudizi su ipotetici modelli di sfruttamento  ma anche dalla necessità di trovare le poche risorse per garantire rimborsi benzina ai volontari che avrebbero dovuto occuparsi di gestire la pulizia dei bagni e quant’altro servisse a mantenere dignitoso la tendopoli.  

Posizioni che si sono cristallizzate e che hanno provocato attimi di tensione. Lunghe discussioni tra chi come ad esempio il sindaco di San Ferdinando Domenico Madafferi stretto dalla necessità di procedere all’abbattimento della baraccopoli per ragioni igienico sanitari e chi invece cercava di porre alla valutazione i problemi dei migranti. La mediazione è arrivata grazie al ruolo che hanno giocato il dirigente del commissariato di Gioia Tauro, il vice questore aggiunto Angelo Morabito e l’ispettore capo Antonino Pirrottina che coordina l’ufficio della Digos. Proposte e controproposte, tira e molla ma alla fine il senso di responsabilità è prevalso grazie alla disponibilità dei sindaci di San Ferdinando ma anche di Rosarno.

La cifra è stata ridotta rispetto alla base iniziale, che prevedeva un euro al giorno per ciascuno. E ora il trasferimento nella nuova struttura può avvenire.

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