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Si temono nuovi fatti di sangue dopo l’omicidio di Gaetano De Marco, avvenuto il sette aprile scorso nella piazza di San Lorenzo del Vallo, nel Cosentino e per questo sono stati attivati dispositivi di sicurezza al massimo livello per Aldo De Marco e per tutti i suoi familiari.
Secondo gli inquirenti la pista più accreditata e quella della vendetta del boss originario di Roggiano Gravina, Franco Presta, al quale Aldo De Marco il 17 gennaio uccise il figlio ventiduenne Domenico, al culmine dell’ennesima lite per un parcheggio e poi si costituì ai carabinieri di Spezzano Albanese. De Marco era stato trasferito dal carcere di Castrovillari a quello di Locri, in stato di massima sicurezza. Adesso De Marco è stato nuovamente trasferito in una casa circondariale fuori regione, e sempre sotto stretta sorveglianza. Ma sono stati attivati anche le procedure per la protezione degli altri familiari. Oltre al figlio Sylas, scampato alla strage perché fintosi morto, e trasferito subito in un luogo protetto, gli investigatori dell’ Arma hanno contattato tutti i parenti. In tutto sono una quarantina e abitano tra Spezzano Albanese, Tarsia, San Lorenzo del Vallo e Roggiano Gravina, oltre che in due nazioni europee.
Sempre per motivi di sicurezza, inoltre, non è stato concesso il permesso per effettuare una fiaccolata in ricordo di Domenico Presta. La richiesta era stata avanzata dalla sorella del giovane ucciso a Spezzano Albanese il 17 gennaio.
Intanto ieri è stato conferito l’incarico al medico legale per l’esecuzione dell’autopsia sul corpo di Gaetano De Marco, ucciso a colpi di pistola calibro 9×21 nella piazza di San Lorenzo del Vallo, da due persone a bordo di una scooter, probabilmente supportate da altri due complici in moto e poi la salma sarà restituita ai familiari per i funerali.

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