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SANTA SEVERINA – La visita ad uno dei borghi più belli d’Italia non può che cominciare da piazza Campo, su cui si affacciano quasi tutte le bellezze architettoniche che hanno fatto la storia di Santa Severina. Il Campo,dalla forma irregolare allungata e stretta e oggi risistemato grazie ad un sapiente progetto architettonico, trova il suo punto centrale in una grande ellisse con gli assi rivolti verso i quattro punti cardinali. Ad uno dei suoi estremi, da un massiccio ponte in pietra che scavalca il fossato, si accede al Castello, una delle meglio conservate strutture militari del Sud Italia. 

 
 

Il Castello – Costruito dai Normanni su una preesistente fortificazione bizantina, passò di mano a vari feudatari dai Carafa, ai Ruffo e da ultimo ai Grutter ai quali si devono la decorazione e gli affreschi del piano nobile ad opera del pittore Francesco Giordano. Il complesso fortificato presenta un mastio con quattro torri angolari cilindriche, quattro bastioni romboidali in corrispondenza delle torri ed una possente cinta muraria che corre su tutto il perimetro del Castello. All’interno, fra l’altro, si possono visitare il Museo Civico che espone i ritrovamenti durante il restauro del castello e reperti dal periodo protostorico a quello medievale ed il Centro Documentazione e Studi Castelli e Fortificazioni Calabresi con pannelli, fotografie e grafici sulle strutture difensive. Sul lato opposto della piazza una visita particolare merita il Battistero. 
Il Battistero – Attiguo alla cattedrale, è l’unico monumento del borgo, sicuramente di epoca bizantina, – prima dell’anno mille – che conserva interamente la sua struttura originaria; suggestivo nella sua semplicità, ha una pianta circolare con cupola a spicchi sorretta da otto colonne, una di fabbrica e le altre di granito. Al centro è posta la fonte battesimale del secolo XVI, mentre sulle pareti sono visibili i resti di affreschi bizantini. 
La Cattedrale – Unita in unico blocco al Battistero, la Cattedrale è il più importante edificio sacro in quanto Chiesa Metropolitana della Diocesi di Santa Severina. Venne edificata alla fine del XIII secolo per volere del vescovo Ruggero di Stefanuzia ed è consacrata a Santa Anastasia. Ha subito varie ricostruzioni; della vecchia facciata rimane solo il portale ad arco a sesto acuto con lo stemma vescovile, mentre il resto è stato completamente rifatto nel 1705. L’interno, a croce latina con tre navate separate da arcate sorrette da pilastri affrescati, è arricchito dall’imponente altare maggiore in marmi policromi, da un Crocefisso di legno e da un dipinto della fine del secolo XVI raffigurante la Madonna sul trono. 
Il palazzo vescovile – Il Palazzo vescovile, attiguo alla cattedrale, risale al secolo XIV, fu ricostruito ad opera di Monsignor Berlingieri, è stato sede dei Metropolitani santaseverinesi e ha subito notevoli rifacimenti, da ultimo quello condotto alla fine del secolo scorso, con funzione museografica. Nel palazzo vescovile ha, infatti, sede il Museo Diocesano d’arte sacra, istituito nel 1998 per conservare e valorizzare le opere d’arte e gli oggetti liturgici più rilevanti, provenienti dalla Concattedrale di Santa Anastasia e da altre chiese del territorio diocesano. L’itinerario museale è distinto in quattro sezioni: luoghi di culto (pannelli rappresentativi dei vari edifici di culto), oggetti liturgici ed opere (arredi, dipinti e sculture) documenti storici ( pergamene, manoscritti e cinquecentine) e la collezione De Luca, dal nome del donatore, che conserva reperti archeologici e numismatici. 
Chiesa di S. Filomena – Poco al di fuori del perimetro della piazza si trova la chiesetta di Santa Filomena o Pozzoleo. La chiesa è composta da due piani, ciascuno con una sola navata: quello inferiore era, secondo un’antica leggenda, adibito a pozzo e venne trasformato in chiesa in seguito ad un fatto miracoloso; quello superiore, dedicato a Santa Filomena, termina con una piccola abside semicircolare e sporgente, presenta due porte d’accesso gemelle, ad arco a sesto acuto, con doppia cornice. Le dimensioni della chiesa e la cupola ornata a motivi orientali svelano la sua natura tipicamente bizantina. 
Chiesa dell’Addolorata – Anche se non aperta al pubblico, merita una citazione per ciò che ha rappresentato per la storia del borgo la Chiesa dell’Addolorata che fu la prima cattedrale; sorta nell’XI secolo, si presenta oggi ad unica navata con elementi architettonici pre-normanni di grande valore; fu sede della Confraternita della Vergine dei Sette Dolori. 
Abbazia Calabromaria – Con l’auto raggiungiamo a pochi chilometri la frazione di Altilia dove sorgeva l’abbazia della Madonna della Calabria o Calabromaria, fondata intorno al 1100; all’inizio del 1200 sede vicaria dell’abbazia florense di San Giovanni in Fiore, fu affidata nel XVI secolo in commenda al casato dei Barracco; danneggiata dal terremoto del 1783 la badia fu soppressa nel 1807 e l’edificio fu trasformato dai Barracco in palazzo padronale. Per visite guidate al Castello, al Battistero (solo gruppi) e al Museo Diocesano, cooperativa Aristippo Service 0962/ 51069- 339/4051632
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