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PAOLA (CS) –  Anche la Guardia di Finanza ha consegnato l’informativa sul “caso San Francesco”. Dettagli su dettagli di un ammanco di oltre un milione di euro dal conto-corrente dove venivano depositate le offerte dei devoti a San Francesco di Paola. Sono stati individuati tutti i canali attraversati dal flusso di denaro fuoriuscito dal conto intestato ai frati Minimi. Canali che porterebbero anche all’estero. 

Al vaglio della Procura della Repubblica di Paola, anche altre ipotesi di reato, oltre a quella di appropriazione indebita. Negli ambienti giudiziari si parla anche di ricettazione. Ed a seguito degli ultimi accertamenti tecnici effettuati, ci sarà bisogno di nuovi interrogatori per chiarire determinati aspetti della vicenda relativa all’ammanco milionario sul conto-corrente delle offerte dei fedeli al santuario di San Francesco di Paola. Audizioni che si svolgeranno nei prossimi giorni. L’indagine riguarda la condotta del promotore finanziario Massimiliano Cedolia, che ha eseguito bonifici e investimenti in borsa con i soldi delle offerte dei devoti del santo di Paola. 

Formalmente sotto la lente degli inquirenti anche le tre persone destinatarie dei bonifici, come risulta dalle documentazioni. Anche se è difficile sospettare dell’anziana zia di Cedolia, che si è ritrovata sul conto a lei intestato i bonifici più consistenti, provenienti dal deposito delle offerte. Il procuratore Bruno Giordano ed il pm Linda Gambassi, che stanno coordinando l’attività investigativa sono ottimisti sull’esito dell’accertamento della verità. Lo sono un po’ di meno sui risultati concreti che si potranno raggiungere da un punto di vista penale, considerando i capi d’imputazione ed il tempo trascorso dalla loro consumazione, in funzione della possibile prescrizione del reato. L’appropriazione indebita, per esempio, si prescrive entro sei anni dal fatto. Dunque, tutti gli ipotizzati “indebiti” prelievi effettuati prima del 2008, sarebbero già reati prescritti da un punto di vista penale. Ed ancora non siamo neanche all’udienza preliminare, di un eventuale processo che prevede tre gradi di giudizio. 

Per i frati Minimi che hanno subito il presunto raggiro, maggiore probabilità di successo potrà avere la causa civile in corso, che prevede tempi più lunghi di prescrizione. Recuperare l’intera somma (o buona parte della cifra complessiva) che sarebbe stata prelevata dal conto del convento è l’obiettivo primario dei frati. Cedolia godeva della piena fiducia dell’ex economo del santuario di Paola, padre Franco Russo. Questi, fidandosi ciecamente del promotore finanziario, nel 2006 ha autorizzato il cambiamento d’istituto di credito, passando il deposito delle offerte, dalla filiale di Banca Nuova di Campora San Giovanni, su un conto-corrente online di IwBank. Dopo tale passaggio sono avvenute le movimentazioni incriminate. L’ex economo dei frati Minini si sarebbe accorto dell’ammanco solo nel novembre del 2012, allorquando si apprestava a lasciare il santuario paolano, essendo stato trasferito alla sede generalizia dell’Ordine, che si trova a Roma. Proprio alla vigilia della sua partenza per la capitale, padre Russo avrebbe informato i suoi superiori dell’ammanco milionario. Il promotore finanziario fin dall’apertura del nuovo conto, sarebbe stato in possesso delle password per accedervi via internet. Che Cedolia possedesse le chiavi d’accesso al conto online, non era poi un mistero.  

 

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