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Risponde, come sempre, nel suo stile dissacratorio. Vittorio Sgarbi dice: «La Fondazione non ha più niente a che fare con me. Oggi sono miei collaboratori che se ne occupano, riuniti nel mio nome, come nel nome di Gesù».

E a rispondere agli interrogativi è Sara Pallavicini che insieme a Gianni Lettini si occupa della Fondazione e che di quei timbri sui biglietti non sa nulla. La Pallavicini ricostruisce il rapporto con la città: «La Fondazione non è più attiva. Abbiamo allestito nel 2012 il Museo della Follia e ci siamo affidati alla gestione di una persona forse delegata dal Comune. E’ passato del tempo e non sono sicura che sia andata così, comunque l’esposizione è rimasta per diverse stagioni. Chi se ne è occupato nel 2012,  voglio sottolinearlo, non ha nemmeno badato a tutelare  lo stato delle opere che in molti casi abbiamo trovato danneggiate o ammuffite.

In tutti i casi abbiamo disinstallato la mostra. Tra l’altro, nel periodo in cui c’era la mostra al Museo della Follia – chiarisce ancora Sara Pallavicini – i gestori ci dissero  che il numero delle visite era molto ridotto, invece dopo un blitz che facemmo,  ci accorgemmo che ci andavano tantissime persone. Nei confronti di quel museo ci fu totale interesse delle istituzioni della città, ci hanno trattati come gli ultimi arrivati, abbiamo aperto il museo e nei giorni in cui eravamo in città, abbiamo verificato che il numero dei visitatori era alto.  Di quei biglietti rilasciati con il timbro della nostra Fondazione, noi non sappiamo nulla».

a.ciervo@luedi.it

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