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MATERA – E’ la strada giusta da seguire quella del turismo culturale ma molto anzi moltissimo è il lavoro da fare, magari tenendo conto di modelli come la Puglia che provano a venir fuori da una situazione di stallo portando in casa loro, a Lecce, l’Arezzo Wave. E magari immaginando anche una sorta di vera e propria partnership per sfruttare le potenzialità di due territori attigui che vivono comunque di pari passo. Sono questi, in sintesi, i messaggi che anche da Matera si possono trarre dopo aver ieri letto la mini inchiesta sul turismo proposta dal “Il Sole 24 Ore” che tira le somme del turismo culturale, lo individua come risorsa ma non adeguatamente commercializzata. Se è vero che gli americani con la metà dei siti tutelati dall’Unesco riescono a ricavare sette volte di più dell’Italia in termini economici. Insomma grande è la strada da coprire in prospettiva dell’obiettivo generale di Matera città della cultura nel 2019.
«Avere un’etichetta come quella del sito Unesco non basta da sola a sollevarti da una determinata condizione, va accompagnata da una serie di scelte per renderti attrattiva come città» ci racconta Gaetano Lionetti imprenditore che da anni lavora in città nel settore turistico. «Ma di ciò che si deve fare sono venti anni che continuiamo a parlare.
Io credo che le manifestazioni culturali hanno riscontri se sono continuative e vengono pianificate in anticipo in modo da poter avere i dovuti riscontri e poi serve un accompagnamento generale nella ricettività su cui si deve necessariamente lavorare».
«C’è bisogno di avere una programmazione, di poter richiamare la gente ed essere in grado poi di accoglierla e di ospitarla insomma senza snaturare quella che è la città ma allargando le iniziative, programmandole, cercando di destagionalizzare».
Interessanti anche le considerazioni di Nunzio Olivieri albergatore che conferma come «è inesistente il movimento culturale e non ci sono riscontri sul territorio». Ci sono però idee e movimenti: «Importante sarebbe mettere a sistema le diverse risorse per un percorso museale e monumentale della città che con il Castello Tramontano, le chiese rupestri riesca a scatenare l’attenzione dei visitatori. In questo senso si sta lavorando per fare in modo che le chiese rimangano aperte anche di pomeriggio, cosa non semplice ma c’è un impegno a condividere la disponibilità di queste risorse».

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