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POTENZA – Potrebbe avere sviluppi clamorosi l’ultima inchiesta dei militari dell’aliquota di polizia giudiziaria dei carabinieri di Potenza che di recente sembrano aver preso di mira i vertici della Croce Rossa lucana.

Nelle scorse settimane sono stati  numerosi i volontari sentiti come persone informate sui fatti. In più risultano già acquisiti negli uffici dell’associazione numerosi documenti e delibere di spese.

Gli investigatori ipotizzano il reato di peculato, ma alcune ombre si sarebbero allungate anche sulle recenti elezioni per il rinnovo delle cariche sociali: le prime dalla riforma che ha “privatizzato” la Croce Rossa, trasformandola da ente pubblico in associazione con l’indizione di consultazioni democratiche per la sostituzione dei vecchi commissari.

Proprio una serie di anomalie nella gestione dell’ente a livello nazionale, oltre ai debiti accumulati negli anni, sono stati il motivo della scelta di imporre una svolta radicale al suo funzionamento. A partire dall’organizzazione delle sue articolazioni territoriali. Eppure non sono mancati casi in cui si è verificata una sostanziale continuità nell’amministrazione, come in Basilicata dove a gennaio dell’anno scorso è stato eletto presidente l’ex commissario Ferdinando Moscariello.

«In questa tornata elettorale – è stata la dichiarazione d’insediamento del neopresidente regionale – i volontari hanno scelto in maniera democratica il proprio rappresentante. Il cuore del programma che metteremo in campo sin da subito sarà basato sulla Strategia 2020 che pone come obiettivi quello di promuovere uno stile di vita sano e sicuro, favorire l’inclusione sociale ed una cultura della non violenza e della pace, ed essere pronti a rispondere in qualsiasi momento alle emergenze mettendo in campo la macchina dei soccorsi in maniera tempestiva. Il tutto avverrà cercando di costruire una Croce Rossa funzionale e solida, con la creazione di nuovi comitati locali, che metta al centro della sua azione la partecipazione attiva dei Volontari e dei Giovani».

La Croce Rossa lucana era già finita al centro di un piccolo caso a novembre dell’anno scorso quando il presidente del comitato Croce rossa del Vulture Mauro Di Lonardo (già assessore comunale a Rionero in Vulture) si è candidato in Consiglio regionale nella lista provinciale di Potenza del Partito socialista, e ha pensato bene che il proprio impegno e nel sociale potesse essere un valore aggiunto per ottenere consensi per la sua persona. Per questo si è fatto immortalare da candidato con tanto di spilla della Croce Rossa in bella vista e foto di crocerossine e simili sui manifesti e i volantini elettorali.

Immediata era arrivata la reazione di numerosi volontari che hanno denunciato pubblicamente la strumentalizzazione politica in atto, e Di Lonardo ha dovuto fare un passo indietro.

Solo che la sua non sarebbe stata una vicenda isolata, e a quella denuncia ne sarebbero seguite altre rivolte alla Procura della Repubblica, dove qualcuno ha deciso di vederci chiaro.

 

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