X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

SCANZANO JONICO – «Vede quella striscia di terra che emerge dal mare? Era lì che una volta terminava la spiaggia di lido “Terzo Madonna” a Scanzano».

Il lembo di sabbia che indica Vincenzo Toscano, gestore del lido “Mama Beach”, è a circa 200 metri di distanza da quel che oggi rimane della spiaggia di Scanzano Jonico, in tutto una ventina di metri, sui quali ora si sono depositati rifiuti e rami secchi che una volta appartenevano all’adiacente pineta che, vessata anch’essa dalla furia distruttrice dell’acqua, ha perduto quasi 2 ettari di vegetazione.

In poco meno di sette anni, il mare ha inghiottito più di 200 metri di arenile ed ora rischia di compromettere seriamente il lavoro dei gestori dei tre lidi di località Terzo Madonna alla foce dell’Agri.

Di qui la decisione di rivolgersi direttamente al neo eletto assessore regionale all’ambiente e territorio, Aldo Berlinguer.

«In questi giorni abbiamo inviato una lettera all’assessore chiedendo di istituire al più presto un tavolo tecnico -spiega Toscano- ed è necessario che si agisca in fretta per salvare il nostro lavoro». Quello dell’erosione della costa in questo tratto di spiaggia a Scanzano è un fenomeno che va avanti da anni senza arrestarsi. Già nel 2012 il sindaco della cittadina materana, Salvatore Iacobellis, inviò una missiva a Vilma Mazzocco all’epoca a capo del dipartimento ambiente.

Nella lettera si faceva presente all’assessore che, a seguito della realizzazione del porticciolo turistico del complesso residenziale di “Marinagri”, posto sulla sponda dell’Agri opposta a quella di località Terzo Madonna, si era verificato un arretramento della spiaggia di oltre 150 metri.

Il sindaco, inoltre, chiedeva si facesse luce sulla vicenda e si intraprendessero azioni compensative al fine di tutelare e salvaguardare il territorio costiero. La situazione dal 2012 non è cambiata, «nessuno ci ha proposto delle soluzioni serie a questo problema», spiegano i gestori. Tuttavia, se la costa arretra è la stagione turistica ad avanzare sempre più.

«Per questo chiediamo alla Regione che si intervenga nell’immediato, cercando almeno di dragare altra sabbia sulla spiaggia, come già si è fatto altrove sulla costa jonica, e di aiutarci nella pulizia della stessa visto che la mole di rifiuti e detriti è talmente tanta e così stratificata che neppure la macchina pulisci spiaggia riuscirebbe a fare qualcosa», continua Toscano.

Di barriere frangiflutti o argini artificiali sulla sponda del fiume, dicono i gestori degli stabilimenti balneari, si potrà parlare anche in un secondo momento, «anche perché -tuona Toscano- qui è in gioco l’incolumità di turisti e bagnanti, che frequentano la zona e potrebbero facilmente ferirsi con i rifiuti di cui la spiaggia è ricoperta». Le condizioni nelle quali i gestori operano non sono comunque già delle migliori.

«In poco più di 200 metri di spiaggia operiamo in tre -spiega Giuseppe Corrado– e già è complicato lavorare in questo modo. A tutto ciò devono aggiungersi i problemi derivanti dall’erosione costiera e dei detriti di pineta che il mare deposita sulla spiaggia. Serviranno molti soldi per rimettere tutto a posto e, se qualcuno non ci darà una mano, rischieremo di partire con ritardo e lavorare male».

provinciamt@luedi.it

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE