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POTENZA – Non è abituale che per un lucano i big della politica nazionale inizino a litigare. E’ successo però, per la nomina a sottosegretario di Stato “Rapporti con il Parlamento” di Giampaolo D’Andrea (in foto)che lunedì sera è stato scelto dal presidente del consiglio Mario Monti per completare la nuova squadra di governo che ha il difficile compito di traghettare l’Italia fuori dalla grave crisi economica.
Una nomina che già a caldo ha innescato polemiche. Il più duro è stato il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri che a caldo ha chiesto le immediate dimissioni dell’ex parlamentare lucano poi anche nella giornata di ieri è tornato a tuonare: «Spiace che Monti non abbia rispettato criterio di terzieta. Ci sono partiti come il Pd che in un momento di grave emergenza hanno optato per una micro – lottizzazione, con la designazione di Giampaolo D’Andrea, un politico, a sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento».
Con il passare delle ore e dopo il chiarimento dello stesso Mario Monti, la posizione “intransingente” di Gasparri è stata “mediata” da altri big del Pdl nazionale. In particolare l’ex ministro Ignazio La Russa è intervenuto stemperando le polemiche e chiarendo che «non si può certo far cadere il governo Monti per un nome». Insomma sì, alle polemiche da parte di La Rusa «qualche nome fuori dal cesto è uscito ma non sarà un sottosegretario in più o in meno a cambiare le sorti e la natura di questo governo. Noi siamo pronti a fare la nostra parte», ma con “misura”.
Sulla stessa linea è intervenuto anche Fabrizio Cicchitto che ha parlato di scelte «sostanzialmente equilibrate», pur poi aggiungendo: «Era auspicabile che il criterio di non scegliere politici fosse seguito per tutta la compagine, soprattutto per due nomine, ma in un momento come questo non si litiga per due sottosegretari».
Insomma il momento delicato ha “suggerito” la via della mediazione. D’Andrea quindi, seppur con il prologo della polemica accesa, può offrire il proprio contributo a questo governo. Chiaro che oltre all’onore di tornare nel governo ora iniziano anche gli oneri di far parte di una squadra dall’alto profilo tecnico su cui l’opinione pubblica italiana ripone estrema fiducia.
In ogni caso, sulla vicenda specifica della nomina di D’Andrea ha parlato lo stesso Mario Monti al margine del giuramento che si è svolto ieri mattina a palazzo Chigi. E il premier ha chiarito le dinamiche della scelta: «Per i sottosegretari ai Rapporti con il Parlamento ho offerto alle forze politiche di scegliere o una personalità di esperienza parlamentare o una di alta valenza tecnica: una (centrosinistra) ha optato per il primo criterio, una (centrodestra) per il secondo. Rispetto entrambe le soluzioni».
Insomma se è vero che su D’Andrea c’è stata maretta è pur vero che per la delega ai Rapporti con il Parlamento sono stati scelti in due. D’Andrea evidentemente sponsorizzato da Dario Franceschini e Antonio Malaschini che pur non essendo direttamente un politico è considerato vicino al presidente del Senato Renato Schifani.
Ovviamente a conclusione di una vicenda convulsa c’è stato il commento dello stesso Giampaolo D’Andrea: «Non faccio finta di essere un tecnico puro. Ho un passato politico, sono stato senatore e sottosegretario del governo Prodi, ma ho sempre saputo svolgere le mie funzioni con distacco e responsabilità istituzionale e a maggior ragione lo farò in un contesto politico particolare come questo, all’interno di un governo tecnico sostenuto dalla stragrande maggioranza del Parlamento».
E poi dicendosi sorpreso di tante polemiche, D’Andrea ha aggiunto: «A Gasparri – dice – e a chi contesta la mia nomina, assicuro l massima lealtà. Mi farò carico delle istanze di tutti e non di una parte politica».
Ad aggiungere ulteriore “sale” e polemiche però, c’è stato il commento del segretario nazionale de La Destra, Francesco Storace: «E’ finita la favola dei tecnici, hanno dovuto dare spazio all’appetito dei partiti che il popolo aveva confinato all’opposizione. Due sottosegretari, D’Andrea e Magri, vengono dalla politica politicante, allevati nel Pd e nell’Udc».
Per la cronaca si ricordano le esperienze precedenti di D’Andrea al governo: è stato sottosegretario ai beni ed alle attività culturali nel primo governo D’Alema , nel secondo governo D’Alema e nel secondo governo Amato. Successivamente D’Andrea ha fatto parte del secondo governo Prodi in qualità di sottosegretario alle Riforme istituzionali e ai Rapporti con il Parlamento. In quello stesso governo non era l’unico sottosegretario lucano: c’erano infatti Filippo Bubbico e Mario Lettieri.

Salvatore Santoro

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