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“Liberare” gli schiavi della macchinetta in tre mosse: un marchio regionale “No slot”, un numero verde e informazioni sui rischi della dipendenza. E’ questa la “cifra” del piano lanciato dall’Osservatorio nazionale sulla ‘ndrangheta, guidato da Claudio La Camera. Non una “campagna”, ma una autentica dichiarazione di guerra a gioco d’azzardo, estorsione e violenza. Se poi a dare man forte, sul quadrato di una campale battaglia, c’è il graffio di una Iena come Luigi Pellazza, autore di numerose e scabrose inchieste sull’argomento, la scommessa, questa sì, è tutta da giocare. A cogliere la sfida il Quotidiano della Calabria, partner dell’iniziativa. 

Si chiama “Soli contro…” la serata che il prossimo 14 novembre, alle 20,30, servirà a presentare i dettagli del progetto, al teatro Politeama Siracusa di Reggio Calabria. Con Claudio La Camera, per l’Osservatorio sulla ‘ndrangheta, e la “Iena” Luigi Pellazza, ci sarà anche il procuratore aggiunto della procura di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza. Si parte dall’istituzione del “Marchio regionale “No slot”: un invito, a tutti gli esercizi commerciali che rifiutano di avere macchinette nei propri locali, ad “esporre” e rendere ben visibile questa scelta coraggiosa. 
Mossa numero due, l’informazione: “imporre la presenza nei locali, che ospitano slot, di materiale informativo sui rischi della dipendenza da azzardo”. Un modo per far sapere, senza giri di parole, tutte le conseguenze di una pratica, quella del gioco, che lascia ogni anno molte “vittime” sul campo, non solo in termini economici, con intere famiglie sul lastrico, ma anche in termini di suicidi della disperazione. Far sapere, insomma, a cosa si va incontro inserendo quel gettone, danni economici e sanitari sui quali ancora troppo poco si sa e si dice. 
Terzo passo: l’istituzione di un numero verde perchè tutti possano avere un punto di riferimento, immediatamente raggiungibile, e che garantisca privacy e discrezione, per poter chiedere aiuto e informazioni. I dati parlano chiaro: in questa “partita” nessuno ci guadagna. «Persino lo Stato – rivela l’indagine di Conagga, il coordinamento nazionale dei gruppi per giocatori d’azzardo, che ha presentato al Senato un dossier ispirato a una ricerca dell’Università di Neuchâtel (Svizzera), rielaborando i parametri in base alla situazione italiana – che «crede di guadagnarci, ci rimette sempre di più. Nel 2012, a fronte dei 90 miliardi di euro spesi dagli italiani in lotterie, scommesse e slot machine, l’erario ne ha incassati 7,9: soltanto 600mila euro in più rispetto al 2004, quando il giro d’affari era di “soli” 24 miliardi. Dal tesoretto bisogna sottrarre il costo delle “conseguenze sociali” del gioco, calcolato tra i 5,5 e i 6,6 miliardi”, con “costi sanitari diretti che ammontano a poco più di 85 milioni di euro, mentre quelli indiretti, calcolati considerando che i giocatori hanno il 28% per cento di capacità lavorativa in meno, variano da un minimo di 4,2 a 4,6 miliardi di euro». 
Quanto alla “perdita di qualità della vita”, dovuta alle violenze in famiglia o agli stati di depressione che possono colpire parenti o giocatori, la stima va da 1,1 a 1,8 miliardi. «E le cose sono destinate a peggiorare – avverte Conagga – con i giochi di nuova generazione, quelli on line, sempre più diffusi». 
Un baratro, quello dell’azzardo, che oggi vede le donne particolarmente coinvolte, con in più una forte, pericolosa ritrosia a denunciare il disagio. L’iniziativa al teatro Siracusa apre uno squarcio su una realtà oscura ed intende fornire strumenti concreti per informare e dare un’àncora di salvataggio. Durante la serata la proiezione dei video realizzati in collaborazione con l’istituto tecnico Piria di Reggio e il Comprensivo Don Bosco di Pellaro. Seguirà il concerto del Collettivo Dedalus.
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