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IL Tar del Lazio prende tempo, e si riserva sulla decisione di scioglimento del consiglio comunale di Corigliano. Dopo lunghe ore di discussione dove le parti illustrano le rispettive posizioni (ricorrenti- resistente-interveniente) l’organo giudicante si chiude in camera di consiglio per le determinazioni del caso. La pronunzia è attesa per le prossime ore o anche per i prossimi giorni : a tal riguardo la norma è mutata rispetto al passato quando il Tar in occasione di una discussione di merito emetteva a distanza di poco il verdetto. L’avvocato Oreste Morcavallo per i ricorrenti (Pasqualina Straface, Giuseppe Curia, Luigi D’Ippolito, Giorgio Miceli, Rosamaria Morano, Pasquale Pellegrino, Luigi Petrone, Giuseppe Pucci) concentra la memoria difensiva sulla figura dell’ex sindaco Pasqualina Straface nell’ambito dell’inchiesta “Santa Tecla” evidenziando e  sottolineando ai giudici romani (Relatore Roberto Politi,  secondo e terzo componente Giorgio Giovannini e Leonardo Spagnoletti) il provvedimento di archiviazione a favore dell’ex primo cittadino sulla base di una richiesta avanzata e successivamente accolta dal Gip, dal pubblico ministero antimafia Vincenzo Luberto. A tal proposito l’ufficio di difesa precisa che la normativa antimafia in materia di scioglimento degli organismi ordinari (sindaco, giunta, consiglio) subiva una modifica nel corso degli anni , percui  non è dimostrando collegamenti diretti o indiretti tra amministratori e componenti riconducibili alla criminalità organizzata che si può procedere allo scioglimento di un consiglio comunale, ma occorre al contrario riscontrare elementi concreti, univoci e rilevanti. Che nel caso della posizione della Straface non vi sarebbero.  L’avvocatura dello stato rimarca  le ingerenze della malavita nella pubblica amministrazione, il coinvolgimento della burocrazia, la campagna elettorale del 2009 contaminata dal clan, le infiltrazioni negli appalti pubblici.  La cosca riconducibile a Santo Carelli, la famiglia Straface, le diramazioni nella onorata società coriglianese. I fratelli Franco e Mario Straface,  il loro  “grado criminale di contrasti onorati” . 

E  ancora  l’ipotesi di un “collegamento o comunque di una soggezione di amministratori o di dipendenti comunali. Infine le ragioni di confcommercio che spiega le ragioni della costituzione al Tar  come  un atto di intervento “ad opponendum”, al fianco della presidenza della repubblica, del consiglio dei ministri, del ministero dell’interno, della prefettura di cosenza e del comune di corigliano calabro. L’associazione  motiva tale posizione  dopo  “l’accertata sussistenza di forme di ingerenza della criminalità organizzata”, che avrebbero potuto esporre l’amministrazione municipale “a pressanti condizionamenti” compromettendone “il buon andamento e l’imparzialità”.  Nel caso di una pronunzia favorevole ai ricorrenti, la giunta Straface tornerebbe al Garopoli (non più all’Ariella) e il consiglio rientrerebbe nelle sue funzioni, altrimenti, proseguirà l’azione dei commissari straordinari antimafia fino al dicembre del 2012, dopodiche seguirà una proroga fino a nuove elezioni.

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