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Su proposta del Ministro dell’interno Annamaria Cancellieri, il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento dei Consigli comunali di Pagani (Salerno), di Gragnano (Napoli), di Bova Marina (Reggio Calabria), di Platì (Reggio Calabria), di Leinì (Torino), di Salemi (Trapani) e di Racalmuto (Agrigento).   «Per tutti i Consigli comunali – si legge in una nota del Governo – lo scioglimento è stato disposto ai sensi della normativa antimafia. Con particolare riferimento ai due Consigli comunali siciliani, il Consiglio dei Ministri ha ascoltato l’intervento dell’assessore alle autonomie locali della Regione siciliana, Caterina Chinnici, che ha portato a testimonianza sia la propria esperienza istituzionale, ribadendo l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata, sia la propria esperienza umana, in quanto figlia di un magistrato ucciso dalla mafia». I consigli comunali di Platì e Bova Marina, erano stati già sospesi dal prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta. A Bova Marina il 9 novembre del 2011 il Consiglio era stato sospeso dopo le dimissioni contestuali presentate dalla metà più uno dei suoi componenti. Il 19 agosto del 2011, inoltre, il prefetto aveva disposto l’accesso antimafia nel Comune. La decisione era stata presa dopo un’attività di monitoraggio svolta successivamente all’insediamento del Consiglio comunale eletto nella tornata delle amministrative del 13 e 14 aprile 2008. Per quanto riguarda il Comune di Platì, invece, il Consiglio comunale era stato sospeso l’11 marzo del 2011 dopo le dimissioni del sindaco, Michele Strangio. 

Nel frattempo il giudice Romano De Grazia, che aveva annunciato la sua volontà di candidarsi a sindaco di Platì ha chiarito che «la decisione del Consiglio dei Ministri di prorogare il commissariamento non fa venire meno il mio impegno per Platì, che a questo punto si concretizzerà alla scadenza del periodo di commissariamento, e cioè tra un anno e mezzo». De Grazia è il promotore della Legge Lazzati che impone il divieto di attività di propaganda elettorale ai sorvegliati speciali. «Ho appreso la notizia della proroga del commissariamento – ha aggiunto De Grazia – mentre stavo tenendo un incontro, nella sala consiliare del Comune, con i cittadini di Platì, che hanno una grande voglia di aiutarmi in questa battaglia e che mi hanno dimostrato grande entusiasmo ed affetto. Il periodo che ci separa dalle elezioni mi servirà per conoscere meglio la comunità di Plati. Non tutto il male, dunque, viene per nuocere. Se si ha voglia veramente di combattere la ‘ndrangheta, la lotta va fatta in trincea e non nel chiuso dei convegni». 

Per quanto concerne Leinì, il comune del Torinese al centro dell’operazione “Minotauro”, l’inchiesta coordinata dal procuratore capo Giancarlo Caselli, che ha visto finire in manette tra gli altri anche l’ex sindaco Nevio Coral, è il secondo caso in Piemonte dopo Bardonecchia del 1995. E poco tempo fa il primo cittadino Ivano Coral, in quota Pdl, aveva deciso di dismettere i panni di sindaco per le pressioni seguite al coinvolgimento del padre, anche lui sindaco di Leinì per 11 anni, coinvolto nell’inchiesta. «La mia persona, la mia famiglia e i componenti della mia maggioranza – aveva scritto Ivano Coral in una lettera – sono continuamente soggetti a pressioni esterne su assurdi teoremi che nulla hanno a che fare con il lavoro svolto dalla mia squadra e che rifiuto fermamente». Ivano Coral è il secondogenito di Nevio Coral, finito nel mirino dell’operazione “Minotauro”, che nel giugno scorso scoperchiò un sistema legato a politica e criminalità organizzata sull’asse Torino-Calabria.

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