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GIOIA TAURO (RC) – La battaglia per la sede della Port Authority è già iniziata. Dalla Sicilia e da Messina cominciano le bordate contro Gioia Tauro. «Sostengo l’integrità della Sicilia e quindi visto che Messina è una delle città più importanti della Regione, non capisco perché dovrebbe essere in seconda fila con un’Autorità portuale spostata a Gioia Tauro». ha detto ieri il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, in visita alla zona Falcata di Messina dove a breve dovrebbe partire un progetto per la riqualificazione dell’area, commentando l’accorpamento tra le autorità portuali di Messina e Gioia Tauro. «Una cosa era mettere capofila Messina – prosegue Crocetta – un’altra è mettere Gioia Tauro.

Ho già espresso il mio dissenso scritto e credo che un decreto fatto senza il pronunciamento della Regione sarebbe anticostituzionale perché noi non siamo stati invitati formalmente, quindi per noi questo accorpamento non ha nessun valore e lo sa bene anche il governo». Va giù duro Crocetta come se invece di essere presidente della Sicilia, dove di fenomeni mafiosi sono più che esperti, fosse il presidente del trentino: «Tra l’altro questa situazione è totalmente invisa agli operatori economici di Messina che sono preoccupati anche per il peso rilevante che ha la ‘ndrangheta nel controllo del porto di Gioia Tauro. Noi abbiamo fatto una grande battaglia per liberarci dalla mafia mentre lì ancora sono all’inizio di un’azione e temiamo le infiltrazioni mafiose della ‘ndrangheta che potrebbero estendersi a Messina».

Nel pomeriggio arriva anche una nota del Presidente della Giunta Regionale calabrese Mario Oliverio sceglie di non rispondere a Crocetta: «Non avevo alcun dubbio che Gioia Tauro sarebbe stata la sede della nuova Autorità del Mare Tirreno Meridionale» ha detto Oliverio.

«Anche per questo non mi sono appassionato nei giorni scorsi a pretestuose polemiche su questo argomento. La dichiarazione del Presidente del Consiglio Renzi sui nuovi scenari e sulle nuove opportunità che si sono aperte per i porti del Sud, ed in primo luogo per Gioia Tauro, a seguito del raddoppio del Canale di Suez, mi rendono fiducioso sulla bontà e l’incisività del nostro progetto e delle nostre scelte relative alla vocazione commerciale e produttiva del sistema portuale calabrese. Ora – ha aggiunto Oliverio – è possibile ed urgente aprire una nuova fase a partire dalle proposte elaborate in questi mesi nell’ambito del master-plan per il Mezzogiorno: il miglioramento di tutte le dotazioni infrastrutturali (adeguamento dei fondali e delle banchine, realizzazione del bacino di carenaggio e aumento delle dotazioni tecnologiche); la messa in rete del porto con le infrastrutture stradali e ferroviarie (sviluppo dell’area intermodale e strutture logistiche di servizio); l’avvio delle procedure per la realizzazione della Zes (confronto in sede europea e costruzione di strumenti attuativi). In questo scenario Gioia Tauro può svolgere un ruolo trainante per tutti i porti che ricadono nell’Autorità di Sistema, sia quelli calabresi, sia quelli dell’area dello stretto. È importante che il governo dia seguito, a valle della definizione della governance del sistema portuale italiano».

Dura, invece, la replica del presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa: «Nessuno ha attribuito al presidente della Regione Siciliana l’autorità morale di assegnare patenti di mafiosità. L’attacco volgare di Rosario Crocetta contro il porto di Gioia Tauro offende tutti i cittadini della provincia di Reggio Calabria ed è espressione di una grettezza intellettuale che non ci saremmo mai aspettati dall’ex sindaco di Gela». 

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