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MILANO – Un «sollecito» per la nomina di Franco Morelli nella Giunta calabrese «arrivò anche da parte del sindaco Alemanno» e poi quest’ultimo «si arrabbiò con me, quando decisi di non inserirlo tra gli assessori», perchè, tra l’altro, «su Morelli aveva sentito un chiacchiericcio e delle voci». È quanto ha spiegato il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, sentito come testimone nel processo milanese con al centro la cosca della ‘ndrangheta dei Valle-Lampada e nel quale sono imputati, tra gli altri, il consigliere regionale calabrese Morelli, e l’ex presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, Vincenzo Giuseppe Giglio.   Scopelliti ha deciso di rispondere alle domande, davanti ai giudici dell’ottava sezione penale di Milano, e di non avvalersi della facoltà di non rispondere come poteva fare da indagato in procedimento connesso: è accusato di abuso d’ufficio a Catanzaro per la nomina nel 2011 di Alessandra Sarlo, moglie del giudice Giglio, a dirigente generale del Dipartimento controlli della Regione. Nel 2010 Sarlo era stata nominata, invece, commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, un incarico che, stando all’inchiesta della Dda di Milano, avrebbe ottenuto grazie all’interessamento di Morelli (finito in carcere nel novembre 2011) su richiesta di Giglio.    Riguardo alla nomina nel 2010 di Sarlo, Scopelliti ha però precisato che «fu una scelta mia, io decisi in autonomia». Sulla mancata nomina, invece, di Morelli nella Giunta, il Governatore ha chiarito che il consigliere regionale «si propose come assessore e venne anche un sollecito da parte del sindaco Alemanno, ma io decisi di non nominarlo in totale autonomia per metter in campo gente nuova, giovane». Inoltre, “sul collega Morelli – ha aggiunto Scopelliti – c’erano un pò di voci e un chiacchiericcio su problemi giudiziari non meglio precisati e questo fu un altro motivo di freno per precauzione». Scopelliti ha raccontato anche di aver incontrato “Alemanno e gli dissi che sul territorio c’era fermento sul nome di Morelli e il sindaco disse che lui si era informato e per Morelli non c’erano problemi». Così il primo cittadino della Capitale, secondo Scopelliti, «si arrabbiò per la mancata nomina». Nel processo nelle scorse udienze aveva testimoniato anche il sindaco di Roma.   Il pm di Milano, Paolo Storari, ha provato anche a chiedere al Governatore perchè non abbia utilizzato lo stesso criterio di «precauzione», usato per Morelli, per la nomina del 2011 di Sarlo, ma il giudice Luisa Ponti non ha ammesso la domanda perchè non pertinente con il processo, ma al massimo con il procedimento in corso a Catanzaro.

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