X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

Tra i banchi delle scuole calabresi ci saranno 2.500 studenti in meno il prossimo anno, rispetto a quelli attualmente frequentanti gli istituti dei vari gradi d’istruzione. Le stime sulle quali si basano gli addetti ai lavori non lasciano margini di ottimismo e le prime conseguenze potrebbero essere la chiusura di plessi scolastici al di sotto della soglia di iscrizioni fissata dal Ministero. Dunque, a pagare saranno soprattutto i piccoli centri dell’entroterra. In attesa di calcolare le ricadute su ciascuna provincia, per ora si sa già che ci saranno nove scuole che perderanno l’autonomia, facendo saltare quindi le poltrone di altrettanti dirigenti e del relativo personale amministrativo.
Nei giorni scorsi il segretario regionale della Cisl scuola, Giovanni Policaro, aveva annunciato che il taglio di cattedre imposto da Roma costerà il posto a 1.093 insegnanti: 62 nella scuola dell’infanzia (-1,51%), 377 nella scuola primaria (-4,62%), 131 nella secondaria di primo grado (-2,25%) e 523 nella secondaria di secondo grado (-5,81%).
E altri 600 incarichi sono destinati a saltare per il personale tecnico e amministrativo, facendo schizzare ulteriormente le statistiche dei tagli avvenuti in Calabria: prima dell’anno scolastico 2005/2006 c’erano 7.099 cattedre e 2.230 impiegati in più rispetto a oggi. A questi numeri si sommano quelli già previsti e quelli che invece ancora verranno fissati quando si avranno i riscontri effettivi delle iscrizioni e dei conseguenti assetti per i plessi. Ad evitare il tracollo per i lavoratori della scuola potrebbero comunque contribuire i pensionamenti. Gli insegnanti che da settembre saranno in quiescenza sono circa 1.500, molti dei quali in fuga davanti alla prospettiva di vedere ridimensionare, restando ancora in servizio, l’importo che potrebbero poi ricevere in vecchiaia.
La maggior parte dei posti si renderà disponibile per gli insegnanti delle scuole elementari: sono 524 le maestre e i maestri che lasceranno le aule. Poi vengono le scuole di secondo grado, dove si ritireranno 465 insegnanti, quindi quelle di primo grado con 441 cattedre vacanti. Andranno in pensione anche 16 docenti di religione, 6 istitutori dei convitti e 53 insegnanti di sostegno: tra questi ultimi, la fetta più consistente si trova in provincia di Cosenza (22 posti), poi vengono Reggio Calabria (16), Catanzaro (9), Crotone (4), Vibo Valentia (2). In generale, i pensionamenti di insegnanti e di personale Ata riguarderanno 670 posti nel Cosentino, 459 nel Reggino, 301 nel Catanzarese, 160 nel Crotonese e 129 nel Vibonese.

L’IDV: C’E’ LA VOLONTA’ SCIENTIFICA DI DEMOLIRE LA SCUOLA
«I numeri sui tagli alla scuola pubblica, riportati anche dagli organi di stampa, rendono bene quale sia il disastro provocato da Berlusconi e dal suo governo. In un triennio, infatti, sono stati tagliati 132 mila posti di lavoro e quasi 25 mila precari, in due anni, hanno perso l’incarico annuale. Se a questo si aggiunge la riduzione degli stipendi degli insegnanti e dell’Ata, ci si rende conto di una volontà scientifica di demolire la scuola pubblica mentre, al contempo, vengono finanziate le scuole parificate».
Queste le parole del segretario regionale dell’idv Maurizio Feraudo: «Così per le università, costrette ad uno stato pietoso – prosegue – soprattutto per quanto riguarda la loro capacità di collegamento con la ricerca e l’innovazione, che sono fattori fondamentali per la competitività del nostro sistema economico».

PDCI: VOGLIONO DEMOLIRE IL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO
«Le dichiarazioni offensive e provocatorie contro la scuola pubblica pronunciate dal Presidente del Consiglio Berlusconi rappresentano l’ultima conferma della volontà distruttiva messa in atto dal governo per demolire quello che rimane del sistema scolastico pubblico italiano». Questo il commento del segretario regionale del Pdci, Michelangelo Tripodi: «In questo quadro, i tagli alla scuola pubblica causati dalle scelte intollerabili del Governo Berlusconi e del Ministro Gelmini, colpiscono – aggiunge – in maniera brutale la Regione Calabria. Continua la macelleria sociale che solo nella nostra regione già negli anni passati ha provocato la perdita di migliaia e migliaia di posti di lavoro nell’organico dei dirigenti, dei docenti e del personale ATA. Per il prossimo anno scolastico 2011/2012 in Calabria si annunciano nuovi, gravissimi ed insostenibili tagli all’organico con la perdita di circa 1.500 posti di docenti e di personale ATA.In particolare, per i docenti, si registrano 62 posti in meno nella scuola dell’infanzia, 377 posti in meno nella scuola primaria, 131 posti in meno nella scuola media e 523 posti in meno nella scuola superiore».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE