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Ecco dove andranno in trasferta gli studenti del Potentino. Tra le pieghe del Dossier curato dall’Osservatorio della Provincia. Il presidente Valluzzi: «Il nostro compito è anticipare gli eventi e programmare per tempo». Solidarietà tra ultimi: Guardia Perticara “soccorre” l’istituto a rischio di Armento, uno dei 10 che potrebbero chiudere nel prossimo biennio

di EUGENIO FURIA

IN un anno 20 morti e 2 nascite in media. In un lustro, facendo il saldo, sono circa 90 abitanti in meno: i numeri di una realtà piccola ma dinamica come Castelmezzano, 800 abitanti alle porte di Potenza e con una vivace offerta turistica che si riverbera sulle presenze e sull’economia, dà la cifra dello spopolamento lucano con cui bisogna fare i conti quando si analizza il dato – anch’esso desolante – della fuga di alunni dalle scuole della Basilicata. Di ogni grado.

È chiaro che, in una regione non certo aiutata da orografia e sistema dei trasporti per non parlare della rinnovata emigrazione, a soffrire siano i centri più piccoli. E quelli di montagna in particolare. Una settimana fa il presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, ha lanciato l’allarme. Da cittadino ed ex sindaco di Castelmezzano, è lui a fornirci le cifre di una Spoon River cinica e implacabile: «Il mio primo atto da sindaco, nel 1999, fu un’iniziativa a difesa della scuola media del mio paese. E adesso? Negli ultimi dieci anni la tendenza allo spopolamento scolastico si è accentuata, e dall’anno scolastico 2006/2007 le pluriclassi sono diventate sistematiche (fino a due anni fa erano 92 su scala regionale, per il 2016/2017 si presume supereranno le 100 – ndr), nell’anno scolastico che inizierà a settembre a Castelmezzano saranno 2 alle Elementari e una alle Medie, con 16 alunni di seconda e terza visto che anche lì la prima non si è formata…».

È uno dei tanti esempi della «trappola demografica» che dal 2003-2004 ha fatto registrare un decremento delle nascite che più che altro ha le dimensioni di un «crollo».

L’INCHIESTA > IL CASO CERSOSIMO E I 4000 POSTI DI LAVORO TAGLIATI

I SETTE COMUNI DEL POTENTINO SENZA MEDIA DA SETTEMBRE Con Noepoli e Cersosimo, gli altri Comuni che già dal primo settembre saranno senza scuola Media sono Guardia Perticara, Trivigno, Teana, Carbone e Caldera. Gli iscritti di Guardia andranno nell’istituto di Armento – uno dei 10 “indiziati” tra quelli con meno di 8 iscrizioni e dunque a rischio chiusura nel prossimo biennio – quasi in segno di solidarietà: intendono rafforzarlo così, con la loro presenza.

Caldera, Carbone e Teana confluiranno sul polo di Senise. Discorso a parte per Trivigno: in un primo tempo si era pensato a Brindisi di Montagna come meta alternativa, ma il tragitto breve eppure tortuoso (si tratta di 20 chilometri, sì, ma di curve) ha fatto infine propendere per Potenza.          

LE CRITICITÀ DEL PRIMO CICLO E I DIRIGENTI PART-TIME Il dossier “Criticità rilevate nelle scuole del primo ciclo in alcuni comuni della provincia con forte decremento demografico” – 24 pagine redatte dalla Provincia di Potenza a cura dell’Osservatorio scolastico – permette di leggere in filigrana e in anticipo l’inaridimento del sistema scolastico del Potentino, visto che monitora le iscrizioni nelle scuole elementari classe per classe: il processo di chiusura di un «punto di erogazione» (così viene chiamato in un brutto burocratese un istituto scolastico) inizia nel momento in cui le prime classi non si formano. Le Elementari vanno svuotandosi e le Medie non hanno più ragione di esistere.

Sempre nel Potentino, sono ben 100 gli istituti comprensivi con meno di 400 alunni e con dirigenti part-time.

I DATI DEL MATERANO Se Potenza piange, Matera non ride. Non va meglio nelle scuole del Materano, infatti: sono, anche qui, le Medie la spia di un processo lento ma irreversibile. Si va dai 42 iscritti di Garaguso suddivisi in 3 classi (rispettivamente da 16, 12 e 14 alunni) ai centri dove la prima non si è formata, e dunque il rischio chiusura è dietro l’angolo: è il caso di Craco, dove gli iscritti per l’anno scolastico che partirà il 14 settembre sono appena 16. A Calciano il numero scende a 12 (sotto gli 8 iscritti la scuola chiude): in mezzo, il limbo che comprende San Giorgio (20 iscritti), Aliano (21), San Mauro (22), Gorgoglione (24), Colobraro (25), Bernalda-Metaponto (28) e Valsinni (30). I dati a macchia di leopardo sono della Flc Cgil Matera non sono ancora ufficiali proprio perché parziali. Ma indicano una tendenza. 

«SUBITO UN TAVOLO SUL DIMENSIONAMENTO» Proprio Valluzzi, la settimana scorsa ha rilanciato la proposta di istituire, a partire da settembre, un tavolo operativo tra Provincia, Comuni, Direzione scolastica e Regione Basilicata per arrivare al nuovo dimensionamento scolastico: l’ultimo dimensionamento risale a un paio di anni fa, è stato redatto in ritardo – il Palazzo fu scosso dalla Rimborsopoli – con scadenza triennale, dunque dopo l’estate se ne dovrà giocoforza iniziare a parlare per non trovarsi impreparati nell’anno scolastico 2017/18. «Si deve valorizzare il trasporto pubblico prevedendo magari anche un assistente educativo all’interno dei pullman, mitigare il disagio di studenti e famiglie che devono avere certezze, evitare estemporaneità come è accaduto a Cersosimo, ceduta “al migliore offerente” (gli alunni andranno nella vicina Oriolo, nel Cosentino – ndr). E soprattutto dobbiamo difendere la scuola primaria – incalza adesso il presidente della Provincia di Potenza –, non possiamo accettare che i bambini e i ragazzi lucani partano svantaggiati per colpe non loro. Così si creano intere generazioni di serie B. Il compito della politica e delle istituzioni, invece, è proprio quello di anticipare gli eventi e programmare per tempo».

OPENPOLIS: IL PETROLIO TRAINA I SERVIZI Scuolabus, mense e dopo-scuola: sono i servizi che i comuni devono fornire ai cittadini e che rientrano nella spesa sociale degli enti. Servizi che possono apparire solo complementari al diritto all’istruzione, ma che mantengono un ruolo importante nel welfare comunale. Quanto spendono i comuni per erogare questo tipo di prestazioni? In Basilicata si va dai 184,66 euro che rendono Viggiano (spesa pro capite nel 2014) il 50esimo Comune d’Italia ai 4 euro e 20 di San Paolo Albanese, dato che collocano il centro del Potentino al posto numero 7002 della classifica nazionale. Nel grafico i dati divisi per Comune.

e.furia@luedi.it

 

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