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La notizia è stata pubblicata su tutti i giornali ed ampiamente ripresa dai TG: il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha fatto le congratulazioni a Sergio Mattarella per la sua elezione a Presidente della Repubblica non con il consueto telegramma ma attraverso un tweet.
Si tratta solo del più recente (e forse eclatante) esempio di come il Web e i social networks hanno cambiato il nostro modo di comunicare e di fruire delle informazioni.
I più attenti, infatti, ricorderanno, come persino l’indulgenza di Papa Francesco sia arrivata attraverso Internet. E non si tratta di un mutamento circoscritto. Alzi la mano chi, la mattina, prima ancora di aprire il giornale non sfoglia a Facebook o Twitter per leggere le notizie che amici, colleghi o influencer segnalano attraverso i propri canali.
Non tutti, però, lo hanno ancora capito e continuano a preferire strumenti sicuramente meno efficaci rispetto a quelli telematici.
È quanto è successo ieri a Potenza quando i cittadini, al loro risveglio, si sono chiesti – viste le strade imbiancate – se le scuole fossero chiuse.
In tanti sono andati sul sito e sui canali social del Comune, ma il primo era irraggiungibile e i secondi non avevano alcun aggiornamento.
I potentini hanno quindi dovuto aspettare che la notizia del provvedimento sindacale di chiusura delle scuole venisse data dal TG3, proprio quando ancora il Web non esisteva.
Una trascurabile dimenticanza, obietterà qualcuno. Eppure, nel 2015, la prontezza di un’amministrazione nel rispondere ai bisogni della collettività si vede anche dalla capacità di offrire ai propri utenti strumenti innovativi che consentono comunicazioni e dialogo più efficace.
Il Presidente Obama, ad esempio, ha esortato le amministrazioni americane ad essere presenti sui social network per dare le informazioni di servizio, perché è lì che sono i loro utenti.
Ma anche in Italia non mancano casi virtuosi di utilizzo dei social. Basti pensare al Comune di Torino dove, accanto ai soliti comunicati stampa, l’Ente diffonde via social ai propri utenti una serie di utilissime informazioni, come il menu delle scuole comunali (alzi la mano quel genitore che è riuscito a farsi dire dal proprio bambino quello che ha mangiato a mensa). Oppure il Comune di Torreglia, in provincia di Padova, che consente ai cittadini che lo desiderano di essere informati via Whatsapp (una delle applicazioni di messaggistica più diffuse).
Partire dai bisogni e dalle abitudini degli utenti, insomma. Utenti che oggi pensavano di trovare sul web la risposta alla loro domanda sulla chiusura per le scuole.
Utenti che lo hanno fatto presente garbatamente all’amministrazione comunale e – anche grazie all’attività dei Digital Champions lucani (attivisti che si mobilitano per la diffusione dell’uso delle tecnologie) – sono riusciti ad ottenere che il Comune, in futuro, usi il sito web e i social per dare informazioni a genitori, alunni e professori.

Perché, come diceva Einstein, “non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose”.

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