X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

GIOIA TAURO (RC) – E’ la trappola dei beni confiscati: non generano profitti o, addirittura, mettono in difficoltà perché lasciano gli amministratori giudiziari sotto l’assalto dei creditori. «Oggi la disciplina normativa sui beni confiscati nel nostro paese è all’avanguardia, anche se emergono ancora molte criticità» ha detto, al convegno sui beni confiscati promosso dalla Regione e dal Formez, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Michele Prestipino.   

Secondo il magistrato «occorre trovare un sistema flessibile e pragmatico della gestione del beni confiscati perchè non possono essere gestiti tutti allo stesso modo. La confisca di un palazzo non eseguita è un fatto negativo. A Reggio Calabria, ma anche a Roma e a Parigi, ci sono centinaia di immobili confiscati che da tre anni non danno reddito allo Stato perchè ancora non si possono utilizzare. Mi riferisco agli immobili conquistati al cosiddetto re del videopoker Campolo. Situazioni come questa vanificano lo stesso provvedimento di sequestro».   «Ma criticità maggiore – ha aggiunto Prestipino – si registra nella gestione delle società mafiose confiscate, perchè quando gli amministratori giudiziari prendono possesso delle società non trovano i bilanci e si vedono assaliti da creditori di ogni sorta che prima erano silenti. I creditori maggiori che pressano gli amministratori sono le banche».   

Prestipino ha poi fatto riferimento alla gestione di un supermercato confiscato ai Bellocco di Rosarno. «L’ultimo sabato prima del sequestro – ha detto – quel supermercato ha incassato in un solo giorno ben 40 mila euro, mentre il sabato successivo all’intervento del Tribunale ne ha incassato meno della metà. Ciò dimostra come un’impresa, privata del metodo mafioso, non sta sul mercato».

 La tavola rotonda, moderata dal dirigente generale della Presidenza Franco Zoccali, è stata divisa in due parti. La prima con la diffusione di un video sul riutilizzo sociale dei beni confiscati ed alcune testimonianze. Successivamente sono intervenuti Leonello Tronti dell’ufficio per la formazione del personale delle Pa del ministero per la Pubblica amministrazione e la semplificazione e Marco Villani, direttore generale Formez PA. Alla seconda parte sono intervenuti oltre a Prestipino, Riccardo Bognanni dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, per la Prefettura di Reggio Giuseppina Maria Patrizia Di Dio Datola, in rappresentanza dell’Autorità di Gestione del PON Sicurezza Nicola Izzo è intervenuto Paolo Di Fonzo, responsabile obiettivo operativo 2.5 «Migliorare la gestione dei beni confiscati» del PON Sicurezza, Maria Beatrice Morano del gruppo di lavoro «Più scuola meno mafia» del MIUR, Davide Pati della presidenza nazionale di Libera, Lucio Dattola, presidente Unioncamere Calabria ed il vicepresidente di Confindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro. Le conclusioni sono state affidate al governatore Scopelliti.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE