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VULTURE ALTO BRADANO – Caporali bianchi e di colore, affitti anomali per catapecchie, documenti di identità sequestrati, cittadini italiani che si fanno pagare la corrente per una semplice ricarica del telefonino, testimonianze in mano all’autorità giudiziaria.
Sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano la campagna del pomodoro di quest’anno nel Vulture Alto Bradano.
E se da una parte sono aumentati i controlli nei campi da parte delle autorità preposte, dall’altra si registrano episodi al limite della legalità.
A farne le spese sono sempre i ragazzi che in quelle terre vanno per lavorare e “costretti” da un “sistema” parallelo a dover sborsare fior di soldi per poter sopravvivere tra fitto, pagamento dell’acqua, del ghiaccio e della corrente elettrica (per poter ricaricare il telefonino).
La situazione è stata denunciata da tempo e lo stesso Pietro Simonetti nei giorni scorsi ha messo in guardia dalla piaga del caporalato che rischia di piegare gli sforzi messi in campo dalla Regione (vedi campi di accoglienza) per dare una degna sistemazione ai ragazzi.
La cosa certa è che l’autorità giudiziaria vuole vederci chiaro e agli atti ci sarebbero documenti che testimonierebbero il “funzionamento” dello sfruttamento.
Da quanto si è potuto apprendere attenzionati sarebbero non solo gli intermediari di colore – gli stessi che avrebbero sequestrato i documenti degli extracomunitari per costringerli a usufruire del “servizio” del caporale – ma anche dei dominus della zona che si farebbero pagare – tra gli altri servizi – anche la corrente per ricaricare il cellulare. Accanto a un mondo “altro” che piano piano sta uscendo fuori, c’è la macchina messa in piedi dalla Regione. A oggi sono più di 600 i ragazzi assunti per la campagna del pomodoro. Risultano domiciliati in case, centri di prima accoglienza per richiedenti asilo, centri Sprar e nei campi di accoglienza di Venosa e Palazzo che già ospitano un centinaio di extracomunitari. «Superare l’intermediazione del caporalato – ha detto Pietro Simonetti della task force regionale nei giorni scorsi – è possibile se gli imprenditori, associati o no alle organizzazioni di categoria, che l’anno scorso effettuarono 926 assunzioni regolari utilizzando oltre 900 prenotazioni dei lavoratori, assumeranno senza ricorrere alla rete dei caporali locali. Specialmente quelli di Palazzo S. Gervasio e di altri comuni che anche nel 2015 hanno finanziato la costruzione delle baracche a Boreano e Mattinelle nonché strutture in agro di La Castellana, Lupara ed altri luoghi dell’area interessati alla raccolta. Si tratta – ha concluso – di una strada senza alternative per la ricostruzione della legalità e per la valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli lucani».

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