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POLICORO – “Oro” intona alla tastiera. Il pubblico del Pala Ercole di Policoro è in visibilio. Sembra un concerto di Mango come tanti, in cui è sufficiente accennare le prime note di un pezzo che immediato scatta l’entusiasmo dei fans. E invece non è affatto un concerto come le migliaia di altri in cui con estrema generosità il cantautore di Lagonegro regala la sua arte al pubblico. “Scusate”, si interrompe dopo la prima strofa, facendo un cenno con un braccio. Chi gli è accanto capisce subito che qualcosa non va e accorre in soccorso di Mango che, immediatamente si accascia tra le braccia dei collaboratori più stretti, sotto gli occhi increduli del figlio Filippo, con lui sul palco, e della moglie Laura e della secondogenita Angelina, dietro le quinte a seguirlo. Mentre nel Pala Ercole cala il gelo, comincia la corsa disperata a bordo di un’ambulanza del 118 all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Policoro. Ma, purtroppo, per il cantante non c’è nulla da fare. Ai medici del pronto soccorso non rimane altro che constatarne il decesso. Infarto. Il cuore forte e generoso di Mango ha cessato di battere, mentre stava cantando per beneficenza all’iniziativa in favore dell’Africa “Solidarietà e integrazione: insieme costruiremo un mondo a colori”. Il racconto di quegli attimi drammatici è racchiuso nelle parole dello scenografo Rai di Policoro Mario Carlo Garrambone, ancora scosso e incredulo per il dramma che, impotente, ha visto consumarsi sotto i suoi occhi: « “Sai Mario, mi piacerebbe avere un tuo progetto scenografico per il mio nuovo tour teatrale che possa raccontare al pubblico le sensazioni e le emozioni della mia musica”. Dietro il palco qualche attimo prima che iniziasse il suo concerto ero lì a parlare con lui e Rocco Petruzzi di lavoro. Pino era sereno e contento, pronto per l’esibizione: mezz’ora di musica straordinaria con lui protagonista insieme ai suoi musicisti tra cui il figlio e l’inseparabile Rocco. Poi – racconta Garrambone – “Oro, il malore, le scuse al pubblico, la richiesta di aiuto a Rocco l’inseparabile amico di sempre, l’apocalisse, il tentativo di soccorso immediato sul palco, attimi interminabili nei freddi corridoi del palasport prima e del pronto soccorso poi: tutto inutile, avevi deciso di lasciarci scegliendo di farlo sul palco, nel modo più indimenticabile per un artista; avevi deciso di lasciarci regalando al tuo pubblico, a Laura, ai tuoi figli, all’inseparabile Rocco Petruzzi l’ultimo “Oro”. A sessant’anni appena compiuti Mango se ne va lasciando un vuoto incolmabile nel mondo della musica italiana, di cui è stato esponente di spicco. Lo fa nel modo a lui più congeniale: cantando, e soprattutto lo fa nella sua terra, nella Basilicata a cui aveva voluto tornare appena possibile per dare radici profonde alla sua musica e alla sua famiglia. L’Amministrazione comunale di Policoro, dopo la fine tragica dell’artista, ha fatto sapere di voler intitolare una struttura a Mango, molto probabilmente proprio il palasport che ne ha accolto l’ultimo respiro. L’ “oro di Basilicata” se ne va, ma la poesia delle sue canzoni continueranno a raccontarci di lui e della sua arte.

m.agata@luedi.it

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