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Sedici persone denunciate per truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale ed esercizio abusivo della professione sanitaria. È il bilancio di un’operazione dei carabinieri del Nas di Cosenza, che, nell’ambito di accertamenti delegati dalla procura della Repubblica di Paola (CS) e coordinati dal procuratore capo Bruno Giordano, hanno svolto una serie di controlli presso strutture sanitarie private accreditate che forniscono prestazioni in regime di convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Le verifiche hanno consentito di accertare la commissione di una serie di truffe in danno dello Stato da parte di quattro case di cura situate in tre comuni della costa tirrenica. In particolare, sono stati accertati casi di prestazioni diagnostiche rimborsate nonostante non fossero previste nella convenzione stipulata tra il Ssn e la struttura, dove sono stati inoltre individuati soggetti che svolgevano attività medica di fisioterapia nonostante fossero privi di idoneo titolo professionale; interventi odontoiatrici eseguiti presso un centro dentistico in regime di day-hospital, registrati e rimborsati come ricoveri ordinari della durata di più giorni; terapie per il trattamento di patologie urinarie (litotrissia) e per la cura dell’infertilità nella coppia, erogate sebbene la struttura non riunisse i requisiti strutturali e organizzativi previsti dalla normativa; registrazione, da parte di una casa di cura, di numerosi ricoveri effettuati in urgenza che, dagli accertamenti eseguiti dai carabinieri del Nucleo cosentino, sono risultati ordinarie e programmate prestazioni ambulatoriali. L’indagine ha, inoltre, fatto emergere che tali ricoveri hanno spesso riguardato interi nuclei familiari di origine lucana e siciliana i cui componenti, di fronte alle domande poste dai militari, hanno ammesso che le degenze, lungi dal rivestire un carattere di urgenza sanitaria, erano in realtà state pianificate solo al fine di fornire assistenza a un congiunto ricoverato. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno acquisito numerose cartelle cliniche di pazienti, verificando sia gli aspetti legati agli esami eseguiti in regime di ricovero che quelli connessi alla conformità delle prestazioni effettuate. In totale, sono state denunciate alla procura della Repubblica di Paola (Cs) 16 persone: i legali rappresentanti e i direttori sanitari delle quattro case di cura e sei medici operanti presso il pronto soccorso di una delle strutture sanitarie, reputati responsabili di truffa ai danni del Ssn, nonchè altri due soggetti per aver esercitato abusivamente la professione sanitaria di fisioterapista. Sono in corso ulteriori accertamenti tesi a quantificare il danno provocato all’erario.

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