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Cos’è la LIS e come mai in Italia non è riconosciuta? a proposito cosa dice la comunità Europea?

Le lingue dei segni  sono lingue storico-naturali sviluppatesi secondo una modalità visivo-gestuale che si adatta perfettamente al canale comunicativo integro delle persone sorde. 
La Lingua dei Segni non è una lingua universale ma, essendo una lingua naturale, trova le sue radici nel contesto, nella cultura e nella comunità in cui nasce. Tante sono le lingue vocali, altrettante le lingue dei segni, dialetti o varianti regionali comprese.
In Italia viene usata le LIS – Lingua dei Segni Italiana.

Che la lingua dei segni sia una lingua a tutti gli effetti ormai non ci sono dubbi, nonostante qualcuno per motivi più ideologici che scientifici, continui a dubitarne. Ricerche scientifiche a carattere nazionale ed internazionale hanno confermato la valenza linguistica di tale forma comunicativa e le potenzialità nell’educazione e comunicazione delle persone sorde e non solo (così come evidenziano ricerche sul bilinguismo LS e lingua vocale o più LS) 

Possiamo dire quindi che la lingua dei segni esiste da sempre.

In Italia la LIS non è riconosciuta formalmente dal Parlamento Italiano, nella precedente legislatura il Senato aveva approvato all’unanimità un disegno di legge che ne prevedeva il riconoscimento , ddl che poi è naufragato alla Camera durante i lavori della XII Commissione affari sociali. Oggi al parlamento sono stati depositati diversi ddl ma nessuno di questi ha iniziato l’iter di esame in nessuno dei due rami del parlamento. Questo nonostante la ratifica e la trasformazione in legge della Convenzione ONU sulle persone disabili che invita gli stati ratificanti a riconosce le proprie lingue dei segni. Nel contempo quattro regioni italiane, Piemonte, Abruzzo, Sicilia e Lazio hanno approvato leggi regionali per la promozione del riconoscimento della LIS. L’Unione Europea fin dalla prima raccomandazione del 1988 ribadita nel 1998 favorisce il riconoscimento degli Stati Membri delle lingue dei segni. Oggi in Europa l’Italia è tra le poche nazioni che non. Hanno riconosciuto la LIS.

In Basilicata alcuni giorni fa si è presentata una proposta di lege per il suo riconoscimento, Anios cosa ne pensa?

La proposta di legge regionale in Basilicata è sicuramente una iniziativa lodevole, ci sono parti che andranno riviste a partire dai criteri previsti per la costituzione dell’alba degli interpreti. Sicuramente avrebbe giovato un confronto con le associazioni di categoria nazionali degli interpreti LIS per arrivare a criteri già condivisi a livello nazionale e da anni di esperienza nel settore. Le associazioni interpreti LIS esistono da quasi trent’anni e sono diffuse su tutto il territorio nazionale e sono accreditate dal Ministero dello Sviluppo Economico secondo i criteri della legge 4/2013. Sapere quali sono le associazioni accreditate è semplice basta consultare l’elenco sul sito del Ministero.

Chi è l’interprete LIS?

L’interprete professionale di lingue dei segni è colui che, dopo aver conseguito il titolo di interprete di lingua dei segni, effettua servizi di interpretazione da e in queste lingue.  E’ sua competenza la traduzione, l’interpretariato e l’interpretazione in simultanea ed in consecutiva dalla LIS all’italiano e viceversa. Inoltre può interpretare dalla LIS ad una lingua dei segni straniera e viceversa o tra due lingue di segni diverse. Oggi esistono diverse realtà formative che permettono di acquisire il titolo; cito in particolare l’università Ca Foscari di Venezia che ha attivato un Master in interpretazione, ad oggi unica realtà universitaria in Italia.

L’assistente alla comunicazione? E il traduttore?

L’assistente alla comunicazione è una figura con competenze specifiche formata per lavora all’interno delle scuole che non ha competenze interpretative. 

Il traduttore è una figura che si occupa di effettuare una traduzione da un testo scritto ad un testo orale e viceversa; è una figura il cui profilo è ancora in fase di studio, tuttavia il percorso formativo e le competenze ne fanno un professionista a tutti gli effetti. È chiaro quindi che non ci si può improvvisare traduttori né è possibile assimilare tale figura a quella dell’Interprete.

Chiariamo: con i 3 livelli LIS l’udente che li ha conseguiti è abilitato a lavorare?

I tre livelli di LIS sono corsi di apprendimento della lingua non forniscono alcuna competenza traduttiva o di interpretazione, ma solo la capacità di poter sostenere una conversazione in LIS in maniera fluente.

Quante ore occorrono per un percorso formativo professionale? Chi sono i docenti abilitati alla docente pratica e teorica?

Il percorso formativo professionale arriva una volta concluso l’apprendimento della LIS in maniera fluente. Solo dopo una profonda conoscenza e padronanza della LIS si può pensare di affrontare un percorso di apprendimento professionale dove si acquisiscono le tecniche, le regole deontologiche e si approfondiscono solo alcuni aspetti della lingua. Dal nostro punto di vista l’obiettivo è quello di avere una formazione professionale per gli interpreti LIS di tipo accademico, nelle università come avviene in gran parte delle nazioni europee e negli Stati Uniti e come avviene anche per gli interpreti di lingue vocali.

In Basilicata grazie ad alcuni voucher della regione si stanno svolgendo alcuni corsi. cosa ne pensa?

Non conosco la realtà dei corsi in Basilicata in maniera così approfondita da poter giudicare, avere la possibilità di effettuare corsi attraverso fondi regionali è in linea di massima una opportunità da cogliere nel migliore dei modi, costruendo percorsi formativi con programmi seri e docenti adeguatamente preparati.

Lei è figlio di genitori sordi? Per un secondo, resti solo figlio di genitori sordi, per lei cosa significa assistere al mercato di titoli e diffusione di “fake” professionisti?

    Al di là del mio essere Figlio di genitori sordi in generale per qualsiasi professione ed in particolare per questa svendere una professione che si faccia attraverso corsi non adeguati o attraverso persone che non sono preparate ad affrontare un impegno così delicato è avvilente e fa decisamente rabbia. Purtroppo oggi la legge non ci tutela da questo punto di vista e dovrebbero essere gli stessi fruitori del servizio a dover denunciare queste situazioni e a non voler che si perpetuino ancora.

Quante le associazioni di categoria per gli interpreti in Italia? chi è l’ E.N.S.?

    In Italia esistono due associazioni di categoria la nostra Anios e Animu. Entrambe le associazioni sono inserite nell’elenco delle associazioni nazionali professionali del Ministero dello Sviluppo Economico, per poter essere iscritti in questo elenco si devono rispettare determinati requisiti tra cui una certa diffusione a livello nazionale, formazione continua degli iscritti, uno sportello del consumatore, ed altre caratteristiche che vengono dettagliatamente previste dalla legge   n. 4/2103. Tutte queste caratteristiche sono presenti in Anios e Animu. L’elenco delle associazioni professionali del Ministero è facilmente consultabile sul sito a questo indirizzo:  https://www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/cittadino-e-consumatori/professioni-non-organizzate/associazioni-che-rilasciano-attestato-di-qualita
Inoltre Anios e Animu fanno parte del Forum Europeo degli interprete di lingua dei segni (efsli) il forum che riunisce le associazioni di categoria europee.
L’Ens ente nazionale sordi è l’associazione che tutela le persone sorde, è un Ente Morale riconosciuto dallo stato alla rappresentanza delle persone sorde in Italia, è una delle associazioni storiche sulla disabilità, fondata circa 80 anni fa ed ha una capillare diffusione nel territorio nazionale. Il suo compito principale è quello della tutela delle persone sorde e rappresentare le istanze agli organi preposti delle persone sorde.

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