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VIBO VALENTIA – Sono poco più di 40 gli anni di carcere inflitti a 9 imputati su 13 totali del processo “The Goodfellas”. Pene che vanno da due anni ad un massimo di 7 decise dal gup del tribunale di Catanzaro, Gabriella Reillo, al termine del procedimento di primo grado, celebrato con rito abbreviato. Per l’esattezza 40 anni e 4 mesi contro i 90 chiesti il 21 gennaio scorso dal pubblico ministero della Dda, Giuseppe Borrelli. Cade l’associazione per alcuni mentre tiene per quelli considerati i principali esponenti del clan Lo Bianco. Allo stesso tempo, il gup distrettuale ha disposto la confisca di una società e il dissequestro di una seconda. Regge, tutto sommato, il castello accusatorio messo in piedi dalla procura distrettuale e dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia che si era tramutato in 14 ordinanze di custodia cautelare (12 quelle eseguite il giorno dell’operazione) la mattina del 30 maggio del 2010 e che aveva avuto la sua genesi da una tentata estorsione compiuta nel dicembre 2007 ai danni di un commerciante il quale trovò però il coraggio di denunciare il tutto alla polizia che, successivamente, aveva arrestato due persone. Partendo da un “semplice” caso di estorsione gli uomini della Mobile avevano capito però che c’era in ballo molto altro e così, nel corso di circa due anni, sono riusciti a delineare un vero e proprio contesto associativo che mirava a risultati ben più corposi e redditizi. Nello specifico ad essere condannati per il reato associativo Carmelo Lo Bianco (4 anni); Rocco Nicola Manco (4 anni); Domenico Macrì (4 anni e 8 mesi), attualmente latitante; Andrea Mantella (4 anni e 8 mesi). Francesco Antonio Pardea è stato condannato a 7 anni di reclusione in quanto riconosciuto colpevole, oltre che dell’associazione, anche di interposizione fittizia nella gestione del servizio ambulanze di Filippo Polistena; detenzione illegale e ricettazione di armi. Stessa pena per Salvatore Morelli per il quale sono rimaste in piedi le accuse di associazione, interposizione fittizia nella gestione del servizio ambulanze, intestazione fittizia della “Pubbliservice Sud” a Francesco Franzé e delle quote della ditta “Polistena servizi” al titolare Filippo Polistena. Tre anni di reclusione per Vincenzo Mantella, nei confronti del quale è stata ordinata la liberazione, riconosciuto colpevole della circostanza relativa alla Pubbliservice e alla Frado Autotrasporti e Pubbliservice Sud delle quali aveva attribuito le sue quote, in concorso con Morelli al titolare Francesco Giurgola. Due anni e sei mesi per Francesco Franzé per il caso della “Pubbliservice sud”; due anni per Giurgola sempre per lo stesso caso, e stesso numero anche per Polistena in relazione al servizio delle ambulanze. Per questi ultimi due la pena è sospesa. Assolti per non aver commesso il fatto in relazione all’associazione Giuseppe Lo Bianco, l’unico insieme a Domenico Tomaino a non riportare condanne ed entrambi rimessi in libertà, Franzé, Giurgola, Polistena, Vincenzo Mantella e Raffaele Pardea.  Assolti, inoltre, con la formula “per non aver commesso il fatto”, Tomaino dal reato associativo e detenzione e porto in luogo pubblico di armi, e Domenico Macrì, solo da quest’ultima accusa.

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