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VIBO VALENTIA – Nella sostanza non cambia nulla. Sequestrati erano e tali sono rimasti i beni di proprietà di Maria Elena Lo Bianco e Rosario Lo Bianco, marito e moglie. La decisione è stata assunta dal gip del tribunale di Vibo, Gabriella Lupoli, che doveva esaminare il provvedimento di urgenza emesso dal sostituto procuratore Michele Sirgiovanni e notificato il 3 ottobre scorso. Il magistrato non ha ravvisato gli estremi dell’urgenza ma l’ipotesi di reato messa in piedi con pazienza dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza e dal sostituto procuratore Michele Sirgiovanni resta praticamente intatta. L’indagine aveva consentito di portare alla luce una presunta condotta illecita perpetrata dalla coppia che utilizzava un modus operandi ormai collaudato nella provincia vibonese:  si costituiva un’impresa in sostituzione di un’altra dichiarata fallita per celare un’evasione fiscale che in questo caso ammontava a 20 milioni di euro. La verifica degli inquirenti ha avuto avvio nel 2010 quando hanno posto la loro attenzione sulla “Elle Erre Costruzioni Srl” operante nel settore dell’edilizia nel corso della quale è stata scoperta una evasione alle imposte sui redditi – 20 milioni di euro di elementi positivi non dichiarati – con conseguente denuncia dei titolari, e ad accertare l’impiego di 108 lavoratori in nero e 28 lavoratori irregolari. Nel segnalare il rappresentante legale e l’amministratore di fatto dell’impresa per i reati di natura fiscale i “segugi” del Nucleo di polizia tributaria hanno richiesto alla Procura vibonese l’emissione di un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca per un valore di oltre 3 milioni di euro, ossia l’equivalente dell’imposta evasa, a salvaguardia dell’erario. 

Infatti, dalle indagini eseguite è emerso come i titolari avessero già creato una nuova società denominata “Dsc Costruzioni Srl” operante nello stesso settore della società verificata ove far confluire sia il patrimonio che il personale dipendente della “Elle Erre Costruzioni Srl” al fine di svuotarla artatamente per non pagare i creditori (tra cui l’Erario) prima che la stessa venisse posta in fallimento, cosa poi realmente avvenuta alla fine del 2011, e proseguire poi, come se nulla fosse, con la nuova azienda. I beni sequestrati consistono in una villa a Sant’Onofrio, non intestata ai due ma all’interno della quale vive il nucleo familiare dei Lo Bianco, nove fabbricati, un terreno edificabile, un capannone industriale, la nuova ditta “Dsc” e quella individuale denominata “La Pavone”, più autocarri ed autovetture di gran lusso, Tra queste ultime anche una lussuosa Porsche Cayenne. Il decreto di sequestro ha interessato anche le disponibilità finanziarie giacenti nei conti correnti dei titolari e delle imprese a loro riconducibili. 

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