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MATERA – In gioco ci sono cinque milioni di finanziamento e un bando, quella per la gestione dei rifiuti. A ricordarlo è Rocco Rivelli, assessore all’igiene nella giunta Adduce che interviene sul caso rifiuti e sull’aumento della tassa conseguente.

«Matera ha un costo per la gestione dei rifiuti che è uno dei più bassi d’Italia ma saremo costretti a un esborso importante perchè paghiamo attualmente il conferimento di rifiuti fuori città, pari a circa 190 euro a tonnellata. Dice bene l’assessore Quintano – prosegue Rivelli – ricordando che si tratta di un pagamento una tantum, ma il problema resta. Per quanto si possa raggiungere una percentuale di differenziata altissima, resterà sempre un costo di conferimento in discarica per la quota rimanente di immondizia».

Ma il vero nodo, secondo Rivelli, è un altro: «Siamo in forte ritardo sul nuovo appalto per la gestione dei rifiuti. All’epoca in cui lasciai il mio incarico, eravamo pronti per avviare gli indirizzi per l’appalto. Avevamo riattivato un finanziamento del Mise con la Regione e il Conai aveva già redatto il progetto. I fondi prevedevano due azioni, una per Potenza e altri comuni dell’hinterland, l’altro riguardava Matera. Questo ultimo ambito – prosegue Rivelli- era stato suddiviso a sua volta in tre subambiti che aveva riguardato anche Tricarico, Ferrandina e Irsina. L’accordo di programma in fase di redazione, dopo aver individuato il comune capofila, prevededeva che si procedesse a un appalto unico. Nel nostro caso si trattava di circa cinque milioni sarebbe servito per dotare la città delle infrastrutture necessarie come ad esempio isole ecologiche, cassonetti per gli esercizi commerciali e le attività industriali, mezzi di raccolta e spazzatrici. Nell’appalto non avremmo, dunque, messo a bando questi costi con un evidente riduzione della spesa. Oggi, due anni dopo, è ancora tutto fermo. La vecchia amministrazione aveva proceduto con un a proroga di sei mesi che dovrebbe scadere verso ottobre. Ecco perchè – precisa Rivelli – adeso bisogna fare presto. Bisogna solo approvare gli indirizzi in consiglio comunale e poi passare in commissione e procedere con la gara d’appalto.

In questo lasso di tempo due comuni importanti del Materano, Policoro e Bernalda, hanno già proceduto in questo senso. L’importante è procedere con un “porta a porta fisso”, uguale in tutti i rioni della città».

Il bando, infatti, non rappresenterebbe la panacea. «L’appalto senza raccolta differenziata non risolve il problema – chiarisce Rivelli – Una cosa è conferire in discarica 20 mila tonnellate all’anno, per esempio, una cosa è 10 mila. Innanzitutto bisogna procedere con la raccolta differenziata in tutta la città. A Matera non c’era un modello unico, ma misto. Solo nei Sassi e nel centro storico si faceva il porta a porta. Serve invece anche un sistema di raccolta e controllo più capillare. In questo modo si sarebbe registrato un beneficio ecologico, a Matera oggi, la discarica servirà sempre. Anche se non in questa città, questo costo fisso resterà sempre. Il consiglio comunale deve procedere subito con gli indirizzi per il bando. Il progetto c’è, lo modifichino se vogliono, ma si vada all’appalto nuovo che deve raggiungere un obiettivo pari anche al 50-60%».

E Rivelli suggerisce: «Valutassero seriamente se aumentare o meno la tassa sui rifiuti. Come dice giustamente l’assessore Quintano, l’esborso per il conferimento dei rifiuti alla Fenice, pur una tantum, non si dovrebbe far gravare sulle tasche dei materani. Perchè non procedere con un prelievo dagli avanzi di amministrazione? A novembre, in sede di assestamento di bilancio, si potrebbe fare così. L’aumento della tassa, che è necessario, si potrebbe fare in previsione del nuovo appalto».

Nel frattempo è importante che si proceda con il piano regionale dei rifiuti: «Bisogna individuare la sede della discarica unica provinciale che era prevista in un primo tempo a Pisticci e si faccia una convenzione con tutti i comuni della provincia per riconoscere una tariffa unica, magari anche con un unico appalto provinciale. Dobbiamo recuperare i 5 milioni di finanziamento del Mise che spero ci siano ancora».

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