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Dalle prime assunzioni effettuate da Fca per lo stabilimento di Melfi (Potenza) «emerge che gli accordi di programma del 1990 (80 per cento di assunti lucani) tanto sbandierati dalle istituzioni regionali, non sono rispettati».

Così, in una nota, il segretario regionale della Fiom-Cgil, Emanuele De Nicola.

«Ma ancor più grave – ha aggiunto De Nicola – è che la Regione Basilicata e le altre organizzazioni sindacali, oltre che enfatizzare questa ripresa, dovrebbero interrogarsi se non sia necessario chiedere trasparenza nelle assunzioni, rompendo con la logica delle clientele, e vincoli anche “attraverso delle quote riservate” che tengano conto della grave crisi industriale e occupazionale della nostra regione, a partire dai tanti lavoratori messi in mobilità senza nessuna speranza di ricollocazione o reindustrializzazione e dei disoccupati di lunga durata».

Il segretario della Fiom inoltre ha chiesto attenzione sul caso della Pcma di Pisticci (Matera), con «54 famiglie che attendono ancora risposte che potrebbero, anzi dovrebbero, arrivare proprio dalla Sata: si riesce a farsi carico di tale necessità?».

È infine «necessario fare chiarezza su come saranno erogati i futuri finanziamenti e sgravi fiscali sull’occupazione e la formazione nello stabilimento Fca e nell’Indotto, chiedendo e imponendo le garanzie di trasparenza e oggettività senza illudere i cittadini e i tanti disoccupati e precari lucani». 

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