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CATANZARO – Si è concluso con una condanna a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, con concessione della sospensione condizionale della pena, il processo per direttissima a carico di A. C., catanzarese di 23 anni, residente a Stalettì, imputato per evasione dagli arresti domiciliari. Si chiude così uno dei numerosi procedimenti, tutti in piedi per il reato di evasione, nei confronti del giovane arrestato per ben sei volte con la medesima accusa. L’ultimo arresto risale allo scorso 3 maggio, quando i carabinieri hanno fermato C. mentre si trovava fuori dalla sua abitazione. In precedenza il 23enne era stato arrestato il 5 aprile, sempre con la stessa accusa, ed il giudice monocratico di Catanzaro, dopo la convalida, aveva confermato ancora i domiciliari per il giovane, rinviando infine quel giudizio al 4 giugno, giorno in cui è fissata anche la prosecuzione di un ulteriore precedente rito direttissimo in cui C. è pure accusato di aver lasciato illegalmente la propria abitazione. Un precedente giudizio per evasione era iniziato esattamente un mese prima, il 5 marzo, quando il tribunale, aveva convalidato l’arresto rimandando poi il giovane ai domiciliari, come richiesto dal difensore, l’avvocato Eugenio Perrone. Ma C. era comparso in aula anche il mese prima, il 4 febbraio, per un precedente arresto per evasione. Anche in quel caso il tribunale monocratico, cui il pubblico ministero aveva chiesto la custodia in carcere, aveva invece concesso al giovane la misura meno affittiva dei domiciliari, come richiesto da difensore. Il giovane imputato si trovava ristretto in casa per un procedimento a suo carico nel quale era imputato di spaccio di cocaina e hashish, che il 22 gennaio scorso si è concluso con una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione e 11.555 euro di multa. Nelle more di quel procedimento, però, C. era stato trovato fuori dalla sua abitazione in più occasioni. 

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