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UNA candidatura che risale indietro nel tempo. Costruita passo dopo passo e che ha visto ampliare pian piano il proprio consenso.
Nel caso di Matera si tratta davvero di una candidatura partita dal basso, che ha trovato il consenso di diverse parti politiche ma che è nata da un’associazione di giovani materani. L’unicità di Matera 2019 è innanzitutto questa, essere partiti senza una spinta istituzionale anche se poi oggi il processo si è ampliato e anche di molto.
La candidatura in sette anni è diventata patrimonio condiviso ed è riuscita, con qualche resistenza prontamente abbattuta, a tenere unita una regione che invece ha grandi difficoltà a sfuggire alle spinte centrifughe e a scontrarsi per un nonnulla.
Matera 2019 è riuscita a diventare un’opportunità da cogliere e che andrà colta, questo il messaggio che sta passando, anche a prescindere dal risultato finale e dall’esito della candidatura.
Una città che alla luce dei cambiamenti economici e sociali, delle crisi emerse nel tempo ha trovato nel suo patrimonio più antico ed importante, i Sassi, la gravina, le chiese rupestri, la scommessa giusta per vincere la battaglia verso il futuro puntando sul turismo e sulla cultura anche alla luce di dati numerici che sono in netta controtendenza e che mostrano un indubbio appeal che Matera riesce ad avere rispetto alle principali realtà italiane.
Il processo di candidatura è cresciuto passo per passo con la nascita di un Comitato, la condivisione istituzionale, un percorso che non manca di avere dei rallentamenti e delle critiche, che non riesce spesso a tenere tutti quanti contenti e soddisfatti ma di cui nessuno mette in dubbio l’importanza.
Il tifo per Matera, non solo per una sorta di vanità sportiva, è indiscutibile in ogni parte della città e costituisce il punto di riferimento sul quale si fonda la candidatura.
Matera ha superato il primo scoglio al fotofinish quando un minimo di preoccupazione rischiava di prendere il sopravvento perchè già 5 erano i nomi in short list e magari si disperava che ci fosse anche il sesto. E’ per questo che, nel novembre scorso, quell’urlo alla Casa Cava al pronunciamento dell’ultimo nome, Matera appunto, ha costituito una sorta di sospiro di sollievo e di liberazione. Il lavoro svolto senza il prezioso traguardo della short list sarebbe risultato vano e certo il percorso avrebbe subito un brusco stop.
Oggi Matera invece ha provato a sfruttare al meglio questi altri dieci mesi di lavoro ed arriva pronta all’appuntamento. Pronta ad aprire un nuovo capitolo importante. In questo senso la nascita di una Fondazione con un capitale già ben definito di 40 milioni e di cui Comune e Regione si fanno direttamente promotori è il segno tangibile della voglia di continuare a scommettere su questa candidatura. Matera pone le basi per il suo futuro, crea una strada da percorrere consapevole di avere ancora un bel tratto da compiere ma senza alcuna intenzione di fermarsi.
Il dossier presentato lo scorso 8 di agosto ha nell’Open Future, nell’apertura massima e nello sguardo al futuro la sua vera e propria base di partenza, il suo slogan fondamentale. I progetti che vanno dal Museo demoetnoantropologico al design, dall’osservazione della terra alle cisterne che riempiono il sottosuolo, fino ai progetti nuovi che dovranno costruire il futuro sono la sintesi di un messaggio che viene inviato.
L’idea di accogliere tra la gente, in famiglia, predendo il meglio della tradizione materana i commissari che sono in arrivo domani è il sintomo di una volontà di apertura massima alla città ed alla sua voglia di condividere questo risultato. Con i limiti, le difficoltà, le scommesse che sono tipiche di un progetto del genere ma anche con la consapevolezza di avere grande possibilità di crescita. Di poter disegnare un futuro diverso. La definizione di «più grande progetto politico» data da Adduce sta proprio nella chance che questa candidatura fornisce di modificare le prospettive future di sviluppo della città.
Provarci a questo punto diventa sostanzialmente una necessità, un obbligo. A cui Matera crede sempre più convintamente sostenuta dalla Basilicata, da gran parte della Murgia e da chi si innamora in poche ore di una città senza tempo.

p.quarto@luedi.it

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