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UNA mostra “democratica”. Una mostra, così come l’ha definita il suo promotore, Vittorio Sgarbi , «che tenta di dare lo stato dell’arte in questo momento in Italia». Il risultato è una Biennale, quella di Venezia, che per la prima volta raccoglie più di 2.000 opere tra scultura, pittura, ceramica, fotografia e grafica. Si tratta di un percorso a tappe. Prima di giungere al Padiglione Italia nell’Arsenale di Venezia, nei capoluoghi di regione – con la collaborazione degli assessorati alla Cultura e di direttori di museo – si tenta di fare l’inventario degli artisti locali, le cui opere sono esposte nelle sedi più prestigiose e rappresentative del paese. A Potenza, Padiglione Italia è da ieri ospite della Galleria civica di Palazzo Loffredo. Sono 43 le opere lucane «che hanno l’occasione – ha detto il sindaco della città, Vito Santarsiero, durante l’inaugurazione ieri – di mostrarsi in una vetrina importante e offrire uno spaccato dell’arte nella nostra terra». Perché per il primo cittadino investire nell’arte è molto importante, «quale fattore di sviluppo di un territorio, soprattutto in un paese secondo il quale quei capitoli in bilancio devono essere azzerati». Meglio azzerarli al capitolo mense scolastiche? Anche Vittorio Sgarbi è a conoscenza delle accuse rivolte al sindaco sullo spreco di risorse per l’evento quando non può sostenere i costi delle mense scolastiche ma lo difende così: «La mensa – ha affermato – non preclude la possibilità di rispettare certi valori. Si può amare l’arte anche nella povertà». Che l’arte sia un settore in cui investire è idea condivisa anche dal Presidente della regione, Vito De Filippo, che ha parlato della cultura in generale come «una solenne e immemorabile infrastruttura della Basilicata. Gli artisti lucani meritano questa ribalta, che le istituzioni dovrebbero garantire loro in molte più occasioni». È questo, tra i tanti, il segnale che questa particolare e innovativa biennale vuole mandare. «La Basilicata – ha detto Sgarbi – benché piccola deve dare ai suoi artisti il segnale che c’è chi osserva, che esiste e insieme si può fare qualcosa». È grazie all’idea vincente di Vittorio Sgarbi, dunque, e alla disponibilità delle amministrazioni che anche la Basilicata ha il suo “posto al sole”, permettendo agli artisti di uscire dall’ombra cui spesso la critica li confina. Non a caso la mostra è intitolata “L’arte non è cosa nostra”. L’arte, attraverso il parere di uomini di pensiero, come li chiama Sgarbi – registi, scrittori, giornalisti e intellettuali che hanno segnalato le opere più meritevoli – evade dal ghetto della critica e arriva tra la gente. «E’ importante – ha concluso Sgarbi – che la Basilicata veda cosa i loro artisti fanno. I loro temi, i loro problemi, i loro limiti». E questo è possibile a Potenza, grazie alla biennale, ma anche a Matera «vero centro culturale della regione». È in proposito che Sgarbi appoggia apertamente, alla presenza del sindaco Salvatore Adduce, la candidatura di Matera come Città europea della cultura «più di Venezia – ha detto – Anche se dovesse perdere questa partita, è importante che la città si impegni ad essere sempre la prima concorrente».

Anna Martino

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