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VIBO VALENTIA – Giovanissimi ma molto esperti, capaci di mettere in atto piani organizzati nei minimi particolari. Criminali a tutti gli effetti, considerati i numeri di furti e le attività illecite messe in atto in pochi mesi. E nel progettare ogni azione, il gruppo si ispirava alla “Banda della Magliana”, fino a prenderne anche gli pseudonimi. L’operazione “Golden fever”, condotta dalla squadra Mobile di Vibo Valentia, ha svelato i retroscena e i collegamenti che si celavano dietro diversi episodi che si erano registrati negli ultimi tempi in città. Diciotto le persone coinvolte, quasi esclusivamente giovanissimi, con 11 provvedimenti cautelari e quattro minori coinvolti. 

Le indagini, infatti, hanno evidenziato una particolare determinazione degli indagati nel commettere una serie numerosissima di crimini. Così, il loro termine di paragone era diventato proprio il gruppo criminale romano. I giovani vibonesi utilizzavano fra di loro gli appellativi di alcuni dei componenti della Banda, fra i quali i più diffusi  “er sorcio e dandy” e spesso si riunivano per la visione della nota serie di “Romanzo Criminale” ispirata proprio alla Banda della Magliana. 

E’ stato il ‘modus operandi’ attuato dalla banda a permettere di collegare gli episodi, fino ad unire 37 furti ai danni di altrettante abitazioni. Un’organizzazione nata al di fuori degli ambienti della criminalità organizzata, al punto che quest’ultima aveva deciso, secondo i riscontri investigativi, di capire chi si nascondeva dietro a queste azioni criminali. 

Complessivamente, la banda è riuscita a portare via monili in oro e orologi preziosi, poi venduti presso le rivendite di oro usato, con un guadagno di oltre 50.000 euro, somma “spartita” fra i componenti della banda che a rotazione ed a seconda delle “esigenze” operava in numero tre o quattro per ogni furto. Molti dei guadagni, finivano poi per essere utilizzati per l’acquisto di partite di droga.

In alcune delle rivendite di oro sono stati recuperati monili in oro provento dei furti, per un valore di circa 2.000 euro oltre ad altra refurtiva emersa in occasione di una perquisizione effettuata lo scorso mese di aprile nei confronti di un indagato che deteneva illecitamente anche 47 cartucce inesplose calibro 9×21 e 7,65 ed un passamontagna. Sempre nello stesso mese, ricostruendo le attività criminali del gruppo, che era solito reimpiegare i proventi della ricettazione dei preziosi nell’acquisto di sostanza stupefacente, per il loro personale consumo e per la cessione ad altri, nel corso di una perquisizione sono stati sequestrati circa 100 grammi di cocaina. 

La svolta alle indagini è arrivata lo scorso 19 marzo, dopo un furto in un’abitazione di viale Accademie Vibonesi. Durante il sopralluogo, infatti, la polizia aveva rinvenuto alcune tracce ematiche che hanno portato a Saverio Ramondino, 20 anni, notato durante un controllo di polizia per strada con una ferita alla mano, della quale lo stesso non era stato in grado di fornire giustificazioni plausibili. Questo ha permesso di restringere il cerchio dei sospettati e di avviare una serie di intercettazioni che hanno portato a individuare i 18 componenti del gruppo criminale, di cui facevano parte anche i 4 minori.  

LE ACCUSE. Le persone coinvole, a vario titolo, dovranno rispondere di furto aggravato continuato in concorso, ricettazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacente, detenzione illegale di munizioni. 

I NOMI. Oltre a tre indagati, la misura degli arresti domiciliari è scattata nei confronti di Saverio Ramondino, 20 anni; Manuel Ancora, 19; Alessio Lagrotteria, 21; Maria Stella Vacatello, 43; Francesco Cartisano, 19, tutti di Vibo Valentia. Quest’ultimo è stato rintracciato a Salerno, dove risulta domiciliato per motivi di studio.

L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria riguarda: Carmelo Barba, 30 anni; Domenico Carnovale, 20; Leoluca Prestia, 19; Claudio Celano, 22; Francesco Junior Scrugli, 19; Dario Mantino, 21, anche loro tutti di Vibo Valentia. 

Per quanto riguarda i quattro minorenni coinvolti, il gip del Tribunale per i  Minorenni di Catanzaro ha disposto nei confronti di due dei quattro indagati l’accompagnamento in comunità. 

 

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