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POTENZA – La maggioranza del governo De Filippo è andata avanti con una no-stop interminabile. Alle lunghe riunioni convocate in modo istituzionale nella sala Verrastro, il centrosinistra lucano ha affiancati discussioni, incontri, documenti da proporre in gruppi più ristretti, che si sono inseguiti tra una commissione e l’altra, e che, ieri, sono andati avanti fino a sera inoltrata.
La posta sul tavolo è più che importante. In un assestamento di bilancio che si prevede «durissimo», tra i tagli centrali e le dovute economie da fare (non ha indorato la pillola il governatore De Filippo), a tenere banco (e a dividere) c’è il capitolo sanità.
Da un lato la consapevolezza che il comparto sanitario copre più della metà della manovra regionale; dall’altro le inevitabili scelte da fare sul dove, come e quanto tagliare, in un settore che, più di altri, tocca direttamente la qualità della vita dei cittadini.
E che il lavoro di equilibrio da fare sia tanto e non semplice, è stato chiaro fin dall’apertura della seduta. Convocato alle 16.30, il consiglio regionale si è aggiornato a un paio di ore più tardi. Le commissioni consiliari che nel frattempo deliberavano sulle singole materie della manovra e le riunioni di maggioranza erano ancora in corso. Tanto che il presidente dell’aula Vincenzo Folino, rigidissimo sul protocollo, ha dovuto comunicare il posticipo di convocazione a un’aula deserta. L’assessore alla Salute, Attilio Martorano, arriverà dopo numerose riunioni. Teso, sa che saranno giornate difficili.
La giunta – tra contatti di maggioranza e con i capigruppo – era al lavoro sul maxiemendamento. Anche in questo caso è la sanità a spadroneggiare: nel testo che oggi, in aula, dovrebbe essere presentato dall’esecutivo per modificare il documento originario della manovra, su una ventina di articoli, quattordici riguardano il settore.
Si prevede una lunga giornata di dibattito, si prevedono nuove riunioni. Il presidente della giunta, Vito De Filippo, sa che la relazione di apertura aprirà il fronte a un durissimo scontro tra le parti. E non è detto che siano quelle canoniche di maggioranza e opposizione. «Ascoltatela con passione», sorrideva ieri ai cronisti. Nel frattempo, la minoranza affilava i coltelli e anticipava il suo “no” al maxiemendamento: significherebbe fare i conti con un provvedimento totalmente diverso da quello già studiato negli organismi consiliari, ha fatto notare il capogruppo del Pdl, Nicola Pagliuca. A cui, in qualche modo, ha fatto eco Gianni Rosa (Pdl) che in seconda commissione ha abbandonato la riunione: scarsi gli atti su cui poter fare l’approfondimento.
I consiglieri hanno proceduto ratificando la manovra nelle sue parti a seconda delle materie di competenza della propria commissione consiliare. Ma è il testo licenziato dalla seconda, quella dedicata al bilancio, che sarà il punto di partenza del dibattito di oggi.
La quarta commissione, in mattinata, aveva tagliato fuori dal bilancio l’articolo 22, «che riguarda i ticket al pronto soccorso per le prestazioni classificate con il codice bianco». La decisione sul punto, ormai, è passata nelle mani dello Stato. Ma aver eliminato la prescrizione non sembra solo un atto dovuto, vista la titolarità della scelta in capo al Governo nazionale (la manovra romana, tra l’altro, è intervenuta dopo che a viale Verrastro si era cominciato a buttar giù il bilancio). Piuttosto, visto che altre regioni ancora non hanno aderito al ticket sul codice bianco, l’auspicio di molti è che in fase di assestamento e di dibattito, la giunta possa fare un dietrofront su questa «tassa». Diverso, invece, il percorso che un altro articolo del bilancio ha fatto nelle commissione conclusiva, la seconda. Lo scontro è sull’articolo 21, quello sul ticket sulle ricette farmaceutiche: a maggioranza non è stato soppresso, in attesa delle decisioni che, sul caso, l’esecutivo proporrà all’aula, magari proprio nel maxiemendamento. Ma all’astensione dei consiglieri Autilio (Idv), Braia e Dalessandro (Pd), Vita (Psi) e Singetta (Api), ha fatto seguito il voto contrario di Falotico (Plb), Navazio (Ial) e Mollica (Mpa) per l’opposizione, e di Romaniello (Sel) che ne fa precisa scelta politica. Come a dire, i soldi per equilibrare il bilancio, si trovino altrove, ma non nelle tasche dei cittadini.
All’orizzonte, un discorso complessivo sul riordino della sanità: accanto ai tagli di quella privata (la battaglia pare parecchio dura), anche nella maggioranza, – lo ha fatto in particolare il consigliere Mazzeo (Idv) – si fa notare che il sistema sanitario regionale pubblico abbia bisogno di un riordino. Nel maxiemendamento potrebbe così fare capolino un articolo che propone di mantenere, ad esempio, il servizio di ricovero solo nelle strutture in cui c’è il reparto di emergenza-urgenza. Per evitare «sprechi» e inutili duplicazioni. Si spera a vantaggio della qualità.

Sara Lorusso

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