X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

ROSARNO (RC) – Giuseppe Pesce, giovanissimo reggente della potente cosca di Rosarno, si è arreso. Si è consegnato ai carabinieri: sulla sua testa c’è una condanna a 16 anni in primo grado. Si tratta del figlio del potente boss Antonino Pesce detto “testuni”, il capo della potente cosca di Rosarno appena condannato a 28 anni con la sentenza di primo grado inflitta a Palmi sulla base delle accuse della pentita Giuseppina Pesce. 

E’ stato Francesco, fratello di Giuseppe, a cedergli il controllo degli affari della famiglia dopo essere finito in carcere anch’egli come il padre. Il passaggio di consegne era sancito in un pizzino intercettato dietro le sbarre. E così ora Giuseppe era il reggente della cosca, il latitante più ricercato insieme a suo cugino Marcello. Nei giorni scorsi, la moglie di Giuseppe, Ilenia Bellocco, 24 anni, di Cinquefrondi, era stata in esecuzione di un’ordinanza del gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria per associazione mafiosa con l’accusa di avere un ruolo di collegamento e di trasferimento di comunicazioni ed ordini tra Giuseppe Pesce, che di anni ne ha 33, e gli affiliati del sodalizio criminale. Di recente era stato catturato anche il suo braccio destro, Domenico Sibio.

Giuseppe Pesce era latitante da tre anni perchè ricercato nell’ambito dell’operazione All Inside che ha colpito duramente la cosca. Stasera si è presentato ai carabinieri della caserma di Rosarno ed è stato subito trasferito nel carcere di Palmi. 

Redazione web

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE