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POTENZA – Il nome del vincitore della gara per il completamento dello Schema idrico Basento-Bradano «lo sappiamo da circa tre anni». Ma oggi è prevista l’ufficializzazione. Così i soci dell’Associazione cooperative muratori e affini di Ravenna hanno preso carta e penna e hanno reso pubblica a tutti la loro denuncia. Una lettera dettagliata, indirizzata al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, al procuratore generale Lucianetti, al presidente del Tribunale Vetrone, al presidente della Corte dei Conti, Oricchio. Ma anche al presidente della giunta regionale Pittella e al commissario del Consorzio di Bonifica Vulture Alto Bradano, Musacchio. Insomma a tutti, così che nessuno possa poi dire «non sapevo».
Per completare il “settore G” sono stati stanziati 58.868.000 euro. Una cifra enorme. E che interessa, quindi, a gruppi imprenditoriali importanti così come ai lavoratori: da tempo, proprio il completamento di quello schema idrico viene chiesto dalle organizzazioni sindacali per far ripartire il settore edile ormai a pezzi.
Secondo l’Associazione, però, l’iter per l’assegnazione non sarebbe stato fatto in maniera trasparente. Troppe coincidenze, «casuali o volute?».
La vicenda inizia il 23 maggio del 2012, «trenta mesi fa. Ben diciotto importanti gruppi imprenditoriali italiani – si legge nella lettera – con il supporto di valentissimi studi tecnici di fama nazionale, hanno consegnato i voluminosi plichi prescritti, frutto di molti mesi di costoso e competente lavoro di decine di imprese e centinaia di tecnici». Ma – secondo l’associazione – «per oltre 27 mesi i plichi sono rimasti abbandonati in un deposito». Poi un’improvvisa accelerazione: «da metà settembre a fine ottobre si procede all’esame amministrativo della documentazione, determinando l’esclusione di sei concorrenti e l’ammissione dei residui dodici gruppi imprenditoriali. Poi, nella prima quindicina di novembre, nei fine settimana e in appena sette giorni lavorativi, la commissione ritiene di essere stata in grado di valutare centinaia e centinaia di complessi eleborati tecnici, approfondite relazioni, dettagliati elaborati grafici. In appena sette giorni la commissione avrebbe proceduto senza nemmeno l’ausilio di un supporto tecnico specialistico».
Sono elementi questi che fanno giungere i soci dell’Associazione alla conclusione che «è del tutto evidente che soltanto una decisione precostituita, prima della pubblicazione del bando di gara nel 2011, e preconfezionata in questi lunghi 27 mesi di incomprensile e innaturale gestazione, può aver generato un tale “miracolo” tempistico e professionale».
Tra le “coincidenze” segnalate il fatto che la presidente della commissione sia stata dipendente della ditta data per vincitrice dall’Associazione. Ma anche che i tecnici progettisti della presunta ditta vincitrice siano anche tecnici di fiducia del Consorzio e della presidente di commissione.
Tutte illazioni, secondo il commissario del Consorzio di bonifica Vulture Alto Bradano, Giuseppe Musacchio. «Premesso che quando sono arrivato la commissione di gara era stata già costituita – dice Musacchio – posso testimoniare che l’accelerazione degli ultimi mesi è stata determinata da una sola esigenza: non perdere i fondi. Perchè quello era il rischio. Quindi nulla di predefinito, se non velocizzavamo le procedure molto semplicemente avremmo perso quella cifra importante. Tutto il resto sono illazioni». Intanto oggi verrà ufficializzato il nome. E bisogna ora vedere se sarà quello già previsto dall’Associazione di Ravenna.

a.giacummo@luedi.it

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