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SIBARI (Cosenza) – Un’area demaniale per 10 mila metri quadri è stata sequestrata a Sibari dalla polizia provinciale di Cosenza. Il sequestro è stato fatto su segnalazione del settore Protezione civile e difesa del suolo della Provincia di Cosenza in relazione all’accertamento di abusi che hanno contribuito a determinare l’esondazione del fiume Crati all’altezza del Parco archeologico di Sibari. Gli agenti della sezione reati ambientali hanno effettuato un sopralluogo lungo l’argine sinistro del fiume, rilevando la presenza di agrumeti che in diversi punti invadono l’alveo attivo dello stesso. Inoltre è emersa la presenza, in area demaniale, di un manufatto in blocchi di cemento in cui era allocata una pompa idrovora per l’attingimento di acqua dal fiume per l’irrigazione degli agrumeti. 

È stata accertata l’occupazione abusiva delle aree e la presenza delle piantagioni di agrumi che, in caso di piene, possono ostacolare il normale deflusso delle acque. Ulteriori indagini sono in corso per individuare gli autori delle occupazioni abusive. Durante l’esecuzione del sequestro sono stati trovati reperti archeologici databili fra la tarda età Repubblicana e l’età imperiale Romana. In particolare frammenti a pasta grigia, in terra sigillata Italica, in impasto; anfore e pezzi di vassoio del tardo periodo Ellenico risalente al II secolo a.C. Inoltre è stato rinvenuto all’interno del fiume Crati un muro composto da malta e mattoni riconducibile all’età Romana.
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